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  • Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Il Sigillo del VITRIOL

Aggiornamento: 19 gen 2021

VITRIOL: "Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem" in Basilio Valentino, Azoth (1613).

VITRIOL: “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” in Basilio Valentino, Azoth (1613).


Il sigillo del VITRIOL, la rappresentazione più completa del processo alchemico su base settenaria (qui rappresentato in una versione a colori) nella sua rappresentazione più iconica. Si può ricondurre l’origine di questo acronimo al fondatore della Fraternità Rosa+Croce, Christian Rosenkreutz (1378 – 1484), ma il sigillo in questione compare in Basilio Valentino, Azoth del 1613, un anno prima la pubblicazione del primo manifesto rosacroce, la Fama Fraternitatis (1614). Venne poi riproposto nel Musaeum Hermeticum del 1635 da Lucas Jennis.


Conosci te stesso nel VITRIOL

“Gnothi seauton – Nosce te ipsum – Conosci te stesso.” – Iscrizione sul portale dell’Oracolo di Delfi

Il monito che troneggia sull’entrata dell’Oracolo di Delfi, sacro ad Apollo, invita l’essere umano a conoscere se stesso per comprendere le profezie fatte dalla sacerdotessa di Delfi nelle profondità dell’Adito, la camera inaccessibile del Tempio. La divinazione stessa è frutto di un atto di auto-conoscenza. La donna medium che fa da tramite tra il mondo infero e il mondo supero, trae infatti i suoi poteri divinatori dal cadavere del mitico serpente Pitone, sconfitto da Apollo e seppellito in una crepa del terreno a Delfi, città consacrata al suo animale totem, il delfino.

[La dragonessa nemica] si è trasformata in un serpente apollineo, e la Pizia, la sacerdotessa che vaticinava a Delfi, ne ha preso il nome. Molte raffigurazioni mostrano il serpente Pitone convivere pacificamente accanto ad Apollo, entrambi a guardia dell’omphalos. – Kárl Kerényi, The Gods of the Greeks, op. cit., p. 136.

La donna si fa vaso per le rivelazioni dal profondo. Il nome dato alla sacerdotessa stessa, la Pizia o Pitonessa, indica il legame tra ciò che si nasconde nelle viscere della Terra e ciò che sta sopra, nel mondo della conoscenza. La putrescenza del rettile permette che la sostanza inferiore, scaldata dall’etere della luce emesso dal Dio Apollo, sublimi in vapori che permettono alla Pitonessa di collegarsi alla trama del destino di chiunque interroghi l’Oracolo. L’alloro che tiene in mano è simbolo della natura poetica di tali divinazioni. Apollo divenne protettore della poesia quando ricevette in dono da Hermes, il dio psicopompo dell’ermetismo, la sua lira fatta di tartaruga marina: le sette note sono il simbolo della saggezza che viene dal mare, la tartaruga, che viaggia tra le sponde dell’Egitto e della Grecia. Hermes la incise nella sua Tavola Smaragdina.


Il tripode su cui la Pitonessa siede è poi simbolo della tripartizione di tutta la creazione e dunque del mondo spirituale che ne é origine e causa: è la fondamentale verità vivente della Trinità che permette il collegamento tra ciò che sta in alto e ciò che sta in basso, attraverso un collegamento mediano, la Sfera del Sole, di nuovo Apollo, per la precisione. Apollo è la rivelazione di Cristo nell’epoca greca, mentre Pitone è la rivelazione di Lucifero: Lucifero-Pitone è conoscenza condensata su se stessa, Cristo-Apollo è saggezza dispiegata verso il prossimo. Ma prima della venuta di Cristo, all’epoca degli antichi greci, non era possibile un rapporto cosciente con la chiaroveggenza, per questo servivano dei medium quale la Pitonessa. Ma dopo il Mistero del Golgotha, il serpente perde il suo antico potere ipnotico.


Questo ci riporta al settemplice motto rosacroce del V.I.T.R.I.O.L., pronunciato da Christian Rosenkreuz stesso, che è un invito:

V.I.T.R.I.O.L.: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem

Visitando l’interno della Terra e facendo ciò che è giusto rinveniremo la pietra occulta. Essa, in una versione nonuplice del motto (V.I.T.R.I.O.L.V.M.) ci dice che è “Veram Medicinam”. Se dunque scaviamo approfonditamente dentro di noi, possiamo trovare la carcassa putrescente del Serpente: essa è la nostra Ombra e in quanto tale contiene tutto ciò che noi non siamo, tutto ciò che è rimasto nelle Tenebre invece che fuoriuscire alla luce del Sole. Ed è proprio da questa sostanza che, facendo la cosa giusta, ovvero con la partecipazione della luce della coscienza, riusciremo a sintetizzare la vera medicina, in altre parole, la Pietra Filosofale.

Vi sono diversi ordini numerosofici che è necessario comprendere per addentrarsi nel processo del VITRIOL:

  1. Settenario

  2. Quinario

  3. Quaternario

  4. Ternario

  5. Binario

  6. L’Uno

I numeri sono la chiave pitagorica della Grande Opera. Ogni chiave non è chiusa in sé stessa, ma i significati di ognuna rimandano le une alle altre: ogni chiave è un mistero che deve essere compreso immaginativamente. L’alchimia infatti ha come ispiratrice la Divina Sofia, come rivelazione dello Spirito Santo: dunque ciò che sviluppa è l’Immaginazione, ovvero il sogno cosciente, in cui i simboli divengono viventi immagini del mondo animico-spirituale.


1) Settenario

Le iniziali della frase occulta che ruota intorno alla figura “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” compongono l’acronimo V.I.T.R.I.O.L.  La frase significa “Visita l’interno della Terra, e compiendo il giusto, ritroverai la pietra occulta, la vera medicina”. La Pietra, il Lapis, è il Cristo interiore edificato a partire dalla prima materia del corpo astrale, eterico e fisico per mezzo dell’Io. Se ne trova anche una versione novenaria, in cui si aggiunge Veram Medicinam, formando l’acronimo V.I.T.R.I.O.L.V.M.:  n questa versione si specifica l’uso della Pietra Filosofale, che è di guarigione, così come Cristo guarì gli infermi. La guarigione va intesa come reintegrazione dell’individuo nel divino ad uno stato edenico ma mantenendo la sua individualità.


Le sette singole parole alludono ai processi interiori che permettono di muoversi da una fase all’altra della Grande Opera, anche chiamata la Rota del Sator (seminatore), nel cristianesimo viene rappresentata dal Chrismon contornato dall’Alpha e l’Omega (che allude anche alla ruota del Tarot, il sacro libro immaginativo dei Tarocchi). La ruota è posta al limite tra l’uomo e il mondo degli elementi, dimostrando così che la Grande Opera è un processo sia esterno che interno. Esternamente è quaternario e si pone in rapporto alla Natura; ma interiormente è settenario e si pone in rapporto all’anima. Tale è il segreto della “quadratura del cerchio”.


La Settimana Santa
  1. Saturno

  2. Giove

  3. Marte

  4. Sole

  5. Venere

  6. Mercurio

  7. Luna

I sette pianeti sono disposti secondo la loro sequenza nel Mondo Astrale e non nel Mondo Fisico (che è invece: Saturno, Giove, Marte, Terra-Luna, Venere, Mercurio, Sole), ribadendo ancora una volta che il settenario appartiene all’anima. Si ha così una divisione in tre distinti mondi:

  1. Mondo Fisico o degli Elementi, il quaternario, che prende la porzione di spazio più esterno di forma quadrata. In esso sono contenute immagini allegoriche che alludono alla corrispondenza tra alto e basso, destra e sinistra, spirito e materia (binario);

  2. Mondo Astrale o dell’Anima, il settenario, che prende la porzione circolare centrale e mediana rispetto a tutta la figura umana (quinario);

  3. Mondo Spirituale, l’uno e trino, posto al centro della figura, in cui compare il volto dell’uomo barbuto contornato da un triangolo rivolto verso il basso.

Il settenario tratta degli archetipi, i raggi planetari, l’eptalfa (stella a sette punte), i Sette Elohim che governano la manifestazione nel mondo esteriore (fisico), ma anche i Sette Arcangeli che governano l’interiorizzazione nel mondo interiore (anima). Nel suo complesso, il Mondo Astrale funge da membrana tra mondo fisico e spirituale, in cui si formano le immaginazioni, sempre riconducibili a uno dei sette archetipi planetari.


La sequenza dei sette pianeti comincia e finisce con Saturno, che è primo e ottavo. Ciò significa che quando le fasi dei sette pianeti sono portate a compimento si arriva a Vulcano, ovvero il Saturno occulto e interiore: il fuoco esterno di Saturno diviene la fucina interna di Vulcano. Per la legge dell’ottava superiore, il settimo stadio è la ricapitolazione su un piano più elevato dei sei stadi precedenti: così Vulcano è l’ottava superiore della settimana cosmica che procede da Saturno a Venere.


Nei cerchi vediamo un’altra rappresentazione del settenario:

  1. Il corvo troneggia il teschio. La morte dell’ego nella nigredo, l’opera al nero in cui la personalità muore e l’anima (corvo) si libera dal corpo (il teschio o caput mortuum). Il profano ha appena cominciato il suo viaggio nell’interno della Terra;

  2. Il corvo guarda l’immagine morta di sé stesso. L’anima vede ciò che era, il suo riflesso morto nella materia, e ne prende coscienza. Qui si affronta il Doppio o Ombra;

  3. L’anima che ha conquistato la coscienza, è doppia, secondo anima (sentire) e spirito (pensare). Combattono l’Ombra per redimere dall’immagine morta dell’anima, salvano ciò che può essere spiritualizzato;

  4. L’anima e lo spirito reggono la Corona, che è ciò che era possibile salvare del corpo: è il fantoma del Cristo. Ora la Corona deve essere posta di nuovo nel corpo affinché il processo sia morale, ovvero che abbia attinenza al bene o al male, altrimenti diverrebbe del tutto astratto e dunque Luciferico. È l’albedo la purificazione in cui albeggia lo spirito, il profano è ora un discepolo;

  5. La Corona diviene il nuovo albero della vita dell’anima, in cui vita e conoscenza non sono più antitetiche, anima (sentire) e spirito (pensare) si poggiano sui suoi rami e possono agire all’unisono;

  6. L’albero fiorisce nelle rose dell’anima (i vizi redenti in virtù) che sono la tintura rossa. Il giardino dell’anima è abitato dall’unicorno dello spirito, la tintura bianca. Le forze vegetali e animali sono ora purificate;

  7. La terra del corpo è stata redenta, il caput mortuum è ora il luogo della nuova vita. La resurrezione del corpo di diamante ha luogo. È la rubedo, la vita materiale è finalmente finita e può cominciare la vita spirituale: il discepolo è ora un iniziato o filosofo. Il suo volto è il volto del Risorto, il Cristo.

Per l’iniziato, il simbolo di morte del profano, il teschio, diviene il simbolo dell’iniziazione stessa. Colui la cui immagine è associata al teschio, è iniziato. È passato dunque attraverso la morte mistica ed è risorto a nuova vita (spirituale), così come Cristo è passato attraverso il Mistero del Golgotha (il Monte del Cranio). L’Io del Cristo è ora in lui e la morte non la teme affatto.


2) Quinario

Successivamente mettiamo a fuoco la suddivisione per cinque, il quinario, simboleggiato dal pentalfa, dato dai quattro arti più le ali del mercurio:

Il quarto sigillo dell'Apocalisse secondo Steiner – Clara Rettich (1911)

Il quarto sigillo dell’Apocalisse secondo Steiner – Clara Rettich (1911)


  1. Il piede a sinistra è posto sulla terra, è la colonna Boaz del Tempio di Salomone, quella del sangue venoso (blu) dell’Albero della Vita;

  2. Il piede a destra è posto sulle acque, è la colonna Jachin del Tempio di Salomone, quella del sangue arterioso (rosso) dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male (da notare l’analogia con il quarto sigillo apocalittico di Steiner);

  3. La mano a sinistra regge la fiaccola dell’iniziazione, indicando la coscienza dell’Io;

  4. La mano a destra regge una vescica piena d’aria. L’immagine rimanda anche alla piuma che è simbolo della leggerezza, ovvero il cuore di colui che si mantiene puro nell’interiorità. La psicostasia o “pesatura dell’anima” nell’Aldilà: nell’antico Egitto la dea Maat, la giustizia, pesava il cuore del defunto rispetto a una piuma, Thoth o Ermete ne prendeva nota nel “libro della vita”. Può essere interpretata anche come una clessidra che indica il tempo (Saturno), dominato dall’iniziato, che vive nella dimensione dell’Eterno;

  5. Le ali del mercurio in alto indicano la sublimazione del pensare intellettuale (dualista) in pensare spirituale (monista), l’illuminazione dello Spirito Santo. È dunque anche l’etere o quintessenza, in quanto coronamento delle altre quattro essenze degli elementi (Fuoco: etere del calore, Aria: etere della luce, Acqua: etere del suono, Terra: etere della vita).

Il corpo umano si pone come Tempio dei Misteri, dove si rivela il Dio Nascosto, la cui arca è velata dal Mysterium Magnum della creazione. Il Velo viene squarciato solo quando il Cristo interiore comparirà alla fine della Grande Opera, che coincide con il farsi dell’Uomo-Spirito. Così l’uomo si conquista coscientemente il suo accesso al Sancta Sanctorum della Creazione. Il centro di questo pentalfa umano è infatti il volto stesso dell’uomo, la Persona, il filosofo o iniziato, il cui anelito è rivolto alla Trinità, simboleggiato dal triangolo che inscrive il volto stesso.


3) Quaternario

Veniamo ora al quaternario dei quattro elementi filosofici, il quadrato:

4 elementi 1
  1. In alto a sinistra vi è la salamandra del fuoco, posta sopra il Sole, che è il fuoco celeste;

  2. In alto a destra vi è l’aquila (silfide) dell’aria, posta sopra la Luna, che è lo specchio astrale;

  3. In basso a destra vi è il mare in cui nuota un pesce-destriero dell’acqua (o delfino, l’ondina o il makara indiano);

  4. In basso a sinistra vi è la terra in cui si annida l’Ombra del male, il Drago. Ma al contempo vi è il Leone che è il coraggio spirituale di superare la “prova del Drago”, vincere il Guardiano della Soglia. Egli attende entro la Montagna Sacra dell’iniziazione, in cui è necessario addentrarsi con l’introspezione per compiere il VITRIOL.

Il quaternario è il mondo esteriore, dove tutti gli opposti si scontrano e si attraggono, moltiplicando le forme della creazione, ma rimanendo essenzialmente uguali a loro stessi. Dopo la Creazione avvenuta nella Genesi, la trasmutazione deve ora avvenire nell’anima dell’uomo per essere sublimata nello spirito (il volto centrale).


4) Ternario

Il cerchio è a sua volta inscritto in un triangolo rivolto verso il basso, questo parla del ternario:

Tetraktys: dalla Prima Materia, si ha la separazione in maschio-Sole e femmina-Luna, questi danno origine agli elementi primordiali, i Tria Prima: Sulphur, Sal, Mercur. Per combinazione parziale dei Tria Prima discendono i quattro elementi.

Tetraktys: dalla Prima Materia, si ha la separazione in maschio-Sole e femmina-Luna, questi danno origine agli elementi primordiali, i Tria Prima: Sulphur, Sal, Mercur. Per combinazione parziale dei Tria Prima discendono i quattro elementi.


  1. In basso vediamo il cubo del corpo fisico-eterico: il cubo è anche il Padre. È contornato dalle cinque stelle che simboleggiano il pentalfa, cioè l’uomo incarnato nel fisico. Sono anche i pianeti erranti (meno i luminari, che sono in alto a sinistra e destra): Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio;

  2. A sinistra vediamo il Sole maschile in relazione all’anima: il Sole è il Figlio;

  3. A destra la Luna in relazione allo spirito: la Luna è lo Spirito Santo.

Sole e Luna raggiungono così il Rebis, unendosi nelle nozze alchemiche, che dà origine al corpo, in basso. Questo è il ternario manifesto nei corpi dell’uomo.


Ma il ternario si può vedere come interno, ovvero i Tria Prima di Paracelso:

  1. Il glifo del Sal nel raggio di Saturno (1), è il cubo della Terra o volere del Padre. È la forza cristallizzante, contraente, condensante alla base della materia;

  2. Il glifo del Sulphur nel raggio di Marte (3), le forze solari del Figlio. È  l’onnipervasiva anima delle cose, l’agente di trasformazione fluido, la dissoluzione;

  3. Il glifo del Mercur nel raggio di Mercurio (6), le forze lunari dello Spirito Santo. È l’onnipervasivo spirito delle cose, che provoca la combustione, la volatilità.

1 + 3 + 6 = 10, cioè il fondamento della Creazione materiale, Malkuth, il Regno dell’Albero della Vita. I Tria Prima sono il fondamento occulto della materia quaternaria, dei quattro elementi, che da questi, per scissione, scaturiscono. Ancora una volta questo ternario interiore riconduce al volto del filosofo che deve discernere i Tria Prima per comprendere il fondamento della creazione.

Per illustrarli nel mondo esteriore si può fare un classico esempio. Quando si brucia un vegetale (o una cosa materiale) e lo si prepara per farne un rimedio spagirico:

  1. Sal è la cenere che rimane, il corpo fisico della pianta, i resti della cosa;

  2. Mercur è il fumo che s’innalza, nonché l’alcol usato nelle preparazioni spagiriche che fornisce il mezzo attraverso la cosa;

  3. Sulphur è la fiamma che brucia, sono gli oli essenziali che vengono sprigionati nella combustione in cui è contenuto il principio attivo della pianta, la cosa in sé.

Infine, estendendo il ternario al settenario, si può vedere anche come specchio dell’evoluzione cosmica, settenaria:

Le sette metamorfosi planetarie: Saturn = Saturno; Sonne = Sole; Mond = Luna; Mars = Marte; Erde = Terra; Merkur = Mercurio; Jupiter = Giove; Venus = Venere; Vulkan = Vulcano. Physischerleib = corpo fisico; Aetherleib = corpo eterico; Empfingdungslieb = corpo senziente (astrale); Empfingdungsseele = anima senziente; Verstandesseele = anima razionale; Bewussteinsseele = anima cosciente. Obere Dreiheit = trinità superiore (Manas, Buddhi, Atma).

Le sette metamorfosi planetarie: Saturn = Saturno; Sonne = Sole; Mond = Luna; Mars = Marte; Erde = Terra; Merkur = Mercurio; Jupiter = Giove; Venus = Venere; Vulkan = Vulcano. Physischerleib = corpo fisico; Aetherleib = corpo eterico; Empfingdungslieb = corpo senziente (astrale); Empfingdungsseele = anima senziente; Verstandesseele = anima razionale; Bewussteinsseele = anima cosciente. Obere Dreiheit = trinità superiore (Manas, Buddhi, Atma).


  1. Il cubo è la metamorfosi dell’Antico Saturno in cui viene creato il corpo fisico tramite il sacrificio dei Troni o Spiriti della Volontà;

  2. Il Sole è la metamorfosi dell’Antico Sole, in cui sotto il Figlio viene creato il corpo eterico tramite il sacrificio delle Dominazioni o Spiriti della Saggezza;

  3. La Luna è la metamorfosi dell’Antica Luna, in cui sotto lo Spirito Santo viene creato il corpo astrale tramite il sacrificio delle Virtù o Spiriti del Movimento;

  4. Il centro circolare in cui è posto il settenario, è la metamorfosi della Terra attuale, poiché solo in questo periodo vi sono compresenti i sette pianeti. Gli spiriti dei pianeti sono i Sette Elohim, gli Spiriti della Forma, che hanno plasmato il corpo fisico dell’uomo nella Genesi e donato la propria sostanza dell’Io;

  5. Il volto centrale presenta i Tria Prima, che in questo caso rappresentano il triplice spirito. Il Sulphur è il Sé Spirituale nella metamorfosi di Giove;

  6. Il Mercur è lo Spirito Vitale nella metamorfosi di Venere;

  7. Il Sal è l’Uomo-Spirito nella metamorfosi di Vulcano.

Così abbiamo un triplo ternario:

  1. Il ternario delle metamorfosi dell’Antico Saturno, Antico Sole, Antica Luna;

  2. Il ternario del triplice uomo secondo corpo, anima e spirito;

  3. Il ternario del Tria Prima nella materia Sal, Mercur, Sulphur.


5) Binario

Ecco arrivati al binario, il principio di polarità presente nel quaternario, il mondo fisico:

  1. Sinistra è posta la metà maschile, il Re o l’Imperatore del Tarot: governa il fuoco solare attraverso l’attributo della corona, il pensare spirituale. Governa l’aria astrale attraverso la spada. Lo scudo lo protegge, è la sua fede nel mondo spirituale. Il suo destriero è il Leone, il coraggio iniziatico. Egli è la personificazione del processo alchemico della coagulazione (unione di fuoco e terra);

  2. A destra è posta la metà femminile, la Regina o l’Imperatrice del Tarot: ella governa l’acqua del sentire cavalcando il pesce, ma anche la luce astrale che raccoglie attraverso la corona lunare. Porta un arco che è l’arma sacra a Diana, la controparte di Apollo (e Giano Bifronte), nonché legata all’elemento Aria (l’aquila). La Luna è una coppa, il Santo Graal, pronta ad accogliere il Sole spirituale, venendone fecondata. Sono le corna della dea egizia Athor. Ella è la personificazione della soluzione (unione di aria e acqua).

“Solve et coagula” è il motto che indica l’equilibrio tra i due processi estremi sia della Creazione del macrocosmo, che della Grande Opera nel microcosmo. Così abbiamo un parallelismo tra le due metà del sigillo (destra e sinistra), le due vie dell’alchimia (umida e secca) e le due operazioni alchemiche principali (solve e coagula):

  1. La Via Umida è in rapporto alla Luna (lato destro): l’operazione principale è la soluzione, “solve”, attraverso gli elementi acqua e aria. Infatti l’acqua è umida e fredda; l’aria è umida e calda. I sentimenti tumultuosi che si agitano negli abissi marini dell’anima vengono analizzati dall’intelletto aereo. Dalla materia prima gli Elohim plasmarono il Cosmo per moltiplicazione: separando il denso dal sottile, il freddo dal caldo, l’unico dal secco. L’Imperatrice del Tarot è la colei che governa la fase lunare della soluzione. Corrisponde all’Antico Testamento e il dominio di Jehovah, l’Eloah lunare.

  2. La Via Secca è in rapporto al Sole (lato sinistro): l’operazione principale è la coagulazione, “coagula”, attraverso gli elementi terra e fuoco. Infatti la terra è secca e fredda; il fuoco è secco e caldo. Il fuoco interiore fa sì che venga incubata la Nuova Terra, compenetrata dallo spirito precedentemente sublimato: è la Terra che diviene Sole. L’Imperatore del Tarot è colui che governa la fase solare della coagulazione. Corrisponde al Nuovo Testamento e la liberazione di Cristo, l’Eloah solare.

Tenere in equilibrio la soluzione e la coagulazione permette di creare un nuovo ordine del microcosmo, dato dall’Io (Cristo), corrispondente all’ordine del macrocosmo dato originariamente dalle Gerarchie Spirituali nella Creazione della Genesi (Jehovah) e al contempo superandolo. Per questo motivo l’alchimia dell’uomo è la continuazione dell’opera della Creazione da parte di Dio e delle Gerarchie. Con l’esercizio dell’alchimia, l’uomo impara a diventare un futuro dio.


6) L’Uno

Siamo ora nel Mondo Spirituale. Dalle sette fasi, il VITRIOL, si deve passare infine all’unità circolare del cerchio: il cerchio è il riverbero del punto di origine centrale. Il simbolo del Sole è quello del Primo Logos. Il punto è l’origine del Tutto (nella cabala, Ain), esso prende coscienza di se stesso limitandosi entro il cerchio (Ain Soph) della creazione. Tra il punto e il cerchio lo spazio viene riempito dalla luce (Ain Soph Aur) ed in esso si coagula la creazione, come cristallizzazione della luce stessa.

Ain, Ain Soph, Ain Soph Aur

Nelle figura questo punto si situa al centro dei due occhi del volto centrale, è il terzo occhio della chiaroveggenza, l’occhio di Dio. Dalla coscienza divisiva dell’ego inferiore (dualismo) si passa a quella trascendente dell’Io superiore (monismo).


Lo scopo del percorrere le sette fasi alchemiche è quello di raggiungere il centro che è il volto del Macroprosopo, il Deus Absconditus, la Monade o l’Uno, la cui discesa nel microcosmo è simboleggiata dal triangolo con la punta verso il basso: Dio che si incarna come Io, dopo aver perso coscienza di se stesso nel mondo fisico (il quaternario), reintegra la sua individualità nel divino macrocosmico in modo cosciente (dal settenario all’ottava superiore che è Uno).

È uno e trino come i tre guna indiani. Nell’Eternità si manifesta come Padre (volere, coscienza, sattwa), Figlio (sentire, vita, rajas) e Spirito Santo (pensare, forma, tamas). Nello spirito si manifesta come Sé Spirituale, Spirito Vitale e Uomo-Spirito. Nell’anima come anima senziente, anima razionale e anima cosciente. Nel corpo come corpo astrale, corpo eterico e corpo fisico.

Diagramma della Trinità

Il Dio personato è l’Io che assurge a creatore dopo aver compiuto la Grande Opera, il raggiungimento di Vulcano, l’Uomo-Dio. Da Dio all’Io a D’Io; dall’incoscienza alla coscienza all’autocoscienza. Dall’evoluzione materiale, la caduta nella materia; dall’evoluzione spirituale, la risalita verso lo spirito, passando per il Punto di Svolta dei Tempi, Cristo. “Non io, ma il Cristo in me!” a questo punto l’Io è cristificato, il Cristo interiore è nato attraverso la porta dell’anima umana purificata, la Divina Sofia.


Dall’allegoria al simbolo

La collezione di mandala occidentali noto come Le misteriose figure dei Rosacroce, del 1785, racchiude tutto ciò che in circa cento anni si è riversato sul palcoscenico della storia attraverso la pubblicazione dei Manifesti Rosacroce dal 1614. Tra le figure è anche contenuta una versione simbolica del VITRIOL, già pubblicata da in Daniel Stolz von Stolzenberg nel suo Viridarium Chymicum del 1624, in origine espresso in forma allegorica e dieci anni prima da Basilio Valentino in Azoth del 1613. Il sigillo diviene sempre più simile ad un diagramma, mostrando come ciò che era stato originariamente elaborato attraverso l’anima razionale (700 a.C.-1400 d.C.), nella fondazione della corrente rosacroce, viene ora riproposto nella sua forma più adatta ad un’anima cosciente nella sua infanzia (1400 d.C.-3500 d.C.).


Il cerchio più esterno presenta la frase del VITRIOL, come nel precedente. Il sigillo può essere diviso secondo due simmetrie, superiore-inferiore e destra-sinistra.

  1. Metà superiore e celeste: è il mondo delle cause (archetipi). Vi sono i sette pianeti, Sole e Marte a sinistra determinano il lato maschile celeste, mentre Luna e Venere determinano il lato femminile celeste. Le due acque del Sole e della Luna devono divenire l’acqua solilunare dentro la coppa offerta dal Mercurio androgino. Le due mani divine ai lati destro e sinistro compiono il gesto della mano pantea, o mudra della luce, il gesto che corrisponde all’iniziazione solare del Cristo. Entrambe puntano in alto, provenendo dal basso, indicando l’origine celeste e superiore del mondo terrestre e inferiore, il suo riflesso. Le mani puntano verso il Mercurio che rappresenta il centro universale, il raccordo tra parte superiore-inferiore e maschile-femminile. Il lavoro dell’alchimista consiste nel riunire alto e basso, destra e sinistra, celeste e terrestre, maschile femminile, nella nuova unità cosciente del Mercurio.

  2. Metà inferiore e terrestre: è il mondo degli effetti. Riconosciamo la metà inferiore per la presenza delle catene che indicano sia l’emanazione rispetto alla parte superiore, che il legame degli atomi del mondo degli elementi. Nella parte inferiore vi è il riflesso terrestre degli archetipi dei sette pianeti, costituito dalla stella a sette punte posta nel scudo centrale: questi sono i sette metalli. Lo scudo centrale è legato ai due scudi laterali che rappresentano l’aspetto terrestre dei pianeti celesti, invertendo i lati maschile e femminile: l’aquila è l’aria e l’intelligenza, femminile; il leone è il fuoco e la volontà, maschile. L’aquila adombra il globo terraqueo, cioè la mondo eterico-fisico. Il leone il globo celeste, cioè il mondo astrale. I quattro elementi sono rappresentati da: Il pentacolo nello scudo al centro = terra; la coppa in alto = l’acqua; l’aquila nello scudo a sinistra = l’aria; il leone nello scudo a destra = il fuoco. Al centro inferiore vi è il simbolo del pianeta Terra, che è il riflesso inverso del simbolo di Mercurio. All’interno del simbolo della Terra vi è il simbolo del vetriolo: il centro della parte inferiore equivale dunque al cerchio esterno, il VITRIOL esoterico e il vetriolo chimico. La forza corrosiva dell’acido permette di entrare a fondo nell’elemento terrestre, estraendo lo spirituale che è sia entro la Terra stessa sia entro il corpo dell’uomo. La stessa immagine è ripetuta nel leone verde in procinto di divorare il Sole, l’acqua regia è l’unica in grado di sciogliere anche l’oro, il Sole nella sfera terrestre. Ciò permetterà di sublimare nuovamente ciò che di nobile è nella Terra per elevarlo alla sfera celeste.

Il punto di riflessione e centro rispetto a tutto il sigillo del VITRIOL, è un cerchio. Lo spazio vuoto al centro rievoca all’osservatore che il centro di coscienza da conquistare attraverso il VITRIOL corrisponde all’incontro tra il Mercurio della sfera celeste e la Terra della sfera terrestre. Uno spazio bianco nel quale comparirà il punto centrale,  il Dio Nascosto, che è sia l’origine prima che il fine ultimo della Grande Opera. Questo è il vero Lapis, la Pietra Filosofale. Essa è l’innominabile Sole dei Soli, il solo che ognuno può solo pronunciare da sé:

Ehyeh Asher Ehyeh, Io sono l’Io sono.
VITRIOL: "Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem" in Daniel Stolcius von Stolcenberg, Viridarium Chymicum (1624).

VITRIOL: “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” in Daniel Stolcius von Stolcenberg, Viridarium Chymicum (1624).

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