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  • Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Kristina Kaine – Le 12 Notti Sante – Seconda Parte: 1–6 gennaio

Aggiornamento: 19 gen 2021

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È con piacere che condivido con voi il commento e le meditazioni delle Dodici (più una) Notti Sante scritto da Kristina Kaine. La pubblicazione è stata possibile grazie al gentile permesso dell’autrice e della traduttrice dall’inglese Laura Zanutto, che ringrazio. Kristina Kaine è autrice dell’Huffington Post, alle 12 Notti Sante sono stati pubblicati per la prima volta sul suo sito The Esoteric Connection.


Potete acquistare il libro da cui sono tratte su Amazon.it: Kristina Kaine “Meditations on the Twelve Holy Nights”


31 Dicembre /1 Gennaio – 8° Notte Santa – Agosto – Leone

Contemplazione

Lo sviluppo spirituale ha conseguenze. Man mano che sviluppiamo la nostra capacità di vedere la verità, la prima cosa che vediamo è la verità sulla nostra stessa natura, specialmente sulla nostra natura inferiore. Siamo abbastanza forti per affrontarlo? Possiamo controbilanciare la nostra natura superiore e inferiore? È per questo motivo che abbiamo bisogno di una relazione con Cristo. Ci aiuterà a vedere i difetti della nostra natura inferiore e ad affrontare l’orrore che proviamo. Dobbiamo sempre ricordare che la nostra vita non riguarda solo le difficoltà; le difficoltà ci sono in modo che abbiamo qualcosa da superare e in questo modo affinare la nostra volontà.

Quando parla la Potenza di Cristo, ci viene ricordato che è il Logos, la Parola Creativa, che risuona attraverso l’universo dall’inizio della creazione. Naturalmente non saremo all’altezza della perfezione della Parola Creativa, né ne saremo feriti. Conoscere queste esperienze ci prepara, ci rafforza e ci aiuta a capire che senza il sé inferiore non saremmo mai in grado di sperimentare personalmente noi stessi come esseri eterni.

Questo è un momento difficile nel nostro sviluppo. Anche se non siamo sicuri dell’Essere Cristo – che è comprensibile perché è stato così frainteso e travisato – possiamo decidere di sviluppare un po ‘di fiducia nella sua purezza e potere. Semplicemente attraverso la nostra apertura e la volontà di incontrare Cristo lasciamo indietro la morte e le anti-forze. Lasciarli alle spalle non significa che scompaiano, semplicemente li vediamo per quello che sono, tappe del nostro viaggio.

Mentre queste idee possono sembrare scoraggianti, possiamo essere sicuri che ognuno di noi ha un profondo livello di coraggio (leone) per affrontare qualsiasi pericolo. Abbiamo anche compagni nel nostro viaggio che supportano amorevolmente i nostri sforzi.


Meditazione

Rimaniamo sul precipizio tra due round di tempo, 2016 e 2017. Siamo qui come un cavaliere che ha completato il suo coraggioso viaggio attraverso l’ultimo round. Questo viaggio ha comportato molti sacrifici. Come consideriamo i sacrifici, sono opportunità di guadagno o qualcosa a cui abbiamo rinunciato?

Di solito vediamo il sacrificio come una perdita, ma in realtà un sacrificio è un grande dono. In una conferenza sulle realtà interiori dell’evoluzione Rudolf Steiner spiega la vera natura del sacrificio come qualcosa di necessario per l’evoluzione. L’essenza di ciò che dice è catturata in questa citazione.

Solo un essere che vive interamente nella materialità pensa di perdere se stesso attraverso il sacrificio; no, uno sviluppo più elevato e più ricco è collegato al sacrificio al servizio dell’evoluzione universale. 26 ottobre 1908

In questa lezione Steiner spiega che l’intera creazione è un’offerta continua di sacrificio. Quindi quando viene offerto il sacrificio, questo viene respinto. In questo rifiuto, colui che offre il sacrificio conserva ciò che erano disposti a offrire. Inoltre, il rifiuto provoca desiderio di qualcosa di più grande, qualcosa di più elevato. Quindi il dolore di questo desiderio ci porta a cercare soddisfazione. Quindi possiamo vedere che se il sacrificio fosse stato accettato sarebbe stata la nostra perdita su più conti; saremmo meno di quanto non fossimo, e senza nostalgia, incapaci di trovare soddisfazione.

Questo significa che il rifiuto è qualcosa da valutare? Sì, naturalmente! Risveglia la nostra volontà permettendoci di entrare in ogni nuovo round, ogni nuovo viaggio, con un desiderio di vittoria. Questa vittoria significa prevalere su noi stessi nella nostra ricerca della verità. Ci porta a scoprire che non troveremo mai la verità senza Cristo. Riposizioniamo la nostra coscienza, facciamo un passo con piena fiducia, sapendo che Cristo pervade l’intero universo e partiamo per scoprire chi e che cosa è veramente.

Se vacilliamo per un momento, se ci manca il coraggio del leone, non possiamo conoscere la verità e non conosceremo mai la libertà.

Come San Giovanni ha citato Cristo Gesù nel suo Vangelo:

“Se continui nella mia parola (Logos) … conoscerai la verità e la verità ti renderà libero”. Gv 8: 31-2


1/2 Gennaio – 9° Notte Santa – Settembre – Vergine

Contemplazione

Quali idee abbiamo circa la presenza di Cristo in noi? È lui una luce, è lui un guaritore, è lui un protettore? Quante volte lo vediamo crocifisso in noi? Siamo pronti a sperimentare questa crocifissione o la rimandiamo o, peggio, diciamo che non avverrà dentro di noi?

Ogni dettaglio della vita di Gesù, il Cristico Uno, si svolgerà nel nostro essere. L’obiettivo stesso della registrazione nelle Sacre Scritture è quello di prepararci per l’esperienza. E ‘assurdo pensare che Gesù l’ha sperimentato per noi. Ha aperto la strada in modo che noi potessimo davvero sperimentarlo.

Nell’immagine della Crocifissione dipinta da Giuliano di Simone possiamo individuare tutti i tipi di attività presenti nei nostri corpo, anima e spirito. C’è purezza e c’è violenza, azione e mancanza di azione, comprensione e mancanza di comprensione e così via. Al centro di tutto questo vi sono paura e orrore, se abbiamo il coraggio di guardare. Non possiamo negare che una crocifissione è orribile.

Possiamo accettare che la paura e l’orrore sono parte della vita? È attraverso la paura che diventiamo consapevoli di noi stessi. È attraverso il superare la paura che diventiamo consapevoli del nostro IO SONO. La vittoria arriva quando conosciamo il nostro Cristo interiore come realmente è.

Quali sono queste tre corone? Una corona significa sovranità. Quando abbiamo sovranità interiore potremmo guadagnare una corona per ciascuna delle tre aree su cui abbiamo il dominio.

La prima area da controllare è quella delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti. Noi istintivamente esprimiamo i nostri sentimenti attraverso il nostro sé inferiore. In questo stato, siamo concentrati sul nostro benessere. Noi suoniamo la nostra melodia; suoniamo la nostra nota individuale spesso non armonizzandola con le note suonate da tutti quelli che ci circondano. O non suoniamo la nostra nota affatto perché le note suonate da altri ci soffocano.

Se siamo in grado di staccare il nostro intelletto dalle sue preoccupazioni terrene e pratiche liberiamo la nostra Immaginazione. L’Immaginazione è una facoltà spirituale di immensa importanza. Questo è il punto in cui ci eleviamo sopra la nostra anima e cominciamo a esprimere noi stessi attraverso il nostro spirito. Sperimentiamo la saggezza di ordine universale. Cominciamo a vedere gli archetipi universali viventi. Ci rendiamo conto di quanto il nostro stesso interesse potrebbe influenzare il vero ordine delle cose.

Ora cominciamo a sentire la corona sulla nostra testa e la responsabilità del bambino embrionale che è il nostro IO SONO. I nostri sentimenti egoistici vengono nobilitati rivelandoci immaginazioni spirituali del nostro vero Sé. Sentimenti antisociali e pensiero astratto dissolti in immagini viventi che aiutano a comprendere l’ordine del mondo. Questa certezza ha un’influenza stabilizzante su di noi e noi siamo in grado di integrare noi stessi più facilmente nel flusso della vita.


Meditazione

Siamo sul precipizio tra due periodi di tempo, l’anno vecchio ed il nuovo. Siamo qui come un cavaliere che ha completato il suo coraggioso viaggio attraverso l’ultimo giro. Questo viaggio ha comportato molti sacrifici. Come possiamo considerare i sacrifici: sono opportunità di guadagno o qualcosa a cui abbiamo rinunciato?

Siamo abituati a vedere il sacrificio come una perdita, ma in realtà un sacrificio è un grande dono. In una conferenza sulle “realtà interiori dell’evoluzione”, Rudolf Steiner spiega la vera natura del sacrificio come qualcosa di necessario per l’evoluzione. L’essenza di quello che dice viene catturato in questa citazione.

Solo un essere che viva interamente nella materia può credere di perdere se stesso attraverso il sacrificio. No, un più alto, un più ricco sviluppo è collegato con il sacrificio al servizio dell’evoluzione universale. – 26 ottobre 1908 (O.O. 107 – Antropologia scientifico–spirituale – IV conferenza La legge del piano astrale: rinuncia; la legge del piano devachanico: sacrificio Berlino, 26 ottobre 1908).

In questa conferenza Steiner spiega che tutta la creazione è un’offerta continua di sacrificio. Poi, quando il sacrificio viene offerto, viene a sua volta respinto. In questo rifiuto coloro che offrono il sacrificio conservano quello che erano disposti a offrire in sacrificio. Inoltre, il rifiuto provoca il desiderio di qualcosa di più grande, di qualcosa di più alto. Poi il dolore di questo desiderio ci porta a cercare soddisfazione. Quindi possiamo vedere che se il sacrificio fosse stato accettato, a conti fatti sarebbe stata per noi davvero una perdita; saremmo meno di ciò che eravamo, e, senza desiderio, incapaci di trovare soddisfazione.

Questo significa che il rifiuto è una cosa da apprezzare? Sì, naturalmente! Si risveglia la nostra volontà che ci permette di entrare in ogni nuovo ciclo, ogni nuovo viaggio, con un desiderio di vittoria. Questa vittoria significa prevalere su noi stessi nella nostra ricerca della verità. Esso ci porta a scoprire che non troveremo mai la verità senza Cristo. Re–impostiamo la nostra coscienza, facciamo un passo con piena fiducia, sapendo che Cristo permea l’intero universo e prefiggendoci di scoprire chi e ciò Egli realmente sia.

Se siamo caduti per un momento, se ci manca il coraggio del leone, non possiamo conoscere la verità e non conosceremo mai la libertà.

Così come San Giovanni cita Gesù Cristo nel suo Vangelo:

Se rimanete fedeli alla mia parola (Logos)… conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. – Giovanni 8, 31–2.
L’uomo è il coronamento della creazione. Tutte le cose esistenti provengono dall’uomo. – Rudolf Steiner 12 febbraio 1908 (O.O. 266/1 – Dai contenuti delle lezioni esoteriche Berlino, 12 febbraio 1908).

Possiamo accettare che tutti i processi nell’uomo possono essere trovati in natura, e che tutti i processi in natura si possono trovare nell’uomo? Questo non significa che l’uomo è parte della natura, significa il contrario. Tutto ciò che è intorno a noi su questa terra viene da noi, è stato formato da noi per il nostro uso, e noi ne siamo il coronamento.

Possiamo capire questo completamente solo se abbiamo svincolato il nostro intelletto dai suoi legami terreni. Possiamo dare più senso a tutto ciò anche se ci rendiamo conto che non siamo semplicemente esseri fisici, siamo esseri d’anima e spirito che appaiono sulla terra in un corpo fisico. Usiamo questo corpo per un po’ e poi lo lasciamo indietro fino a quando è il momento di costruirne uno nuovo per una nuova vita terrena.

Possiamo capire questa idea ulteriormente se ci rendiamo conto che non siamo sempre apparsi in questo universo come esseri fisici. La storia di Adamo ed Eva spiega come noi, come esseri spirituali, abbiamo assunto la forma fisica. Lo abbiamo fatto per conseguire l’indipendenza. Lo sviluppo di questa indipendenza è avvenuto per mezzo di ciò che è noto come il nostro ego inferiore. Attraverso l’ego inferiore abbiamo acquisito il senso di sé come essere separato dal resto. Affinché accadesse questo, abbiamo effettivamente creato la natura attraverso le nostre esigenze – “Tutte le cose esistenti provengono dall’uomo”. Per questa ragione noi siamo la “corona della creazione”.

Una volta che abbiamo acquisito il senso di sé, non abbiamo più bisogno di questo ego inferiore. Se ci aggrappiamo ad esso diventiamo egoisti, egocentrici e, all’estremo, narcisisti. Trovandoci nella notte delle tre corone, potremmo dire che l’ego inferiore è la prima corona.

Come individui auto-realizzati inizia la fase successiva. Noi lavoriamo verso una più alta espressione dell’ego, lo chiamiamo Sé Superiore o Io Sono. Ora cerchiamo di lavorare con altre persone che si sono pure loro guadagnate un senso di sé come noi, che cercano di esprimerlo in modo più elevato. Allorché questa espressione più alta si sviluppa, desideriamo lavorare in comunità con gli altri, per il bene dell’umanità, ma anche per il bene di sé stessi. Devono esserci entrambi, allo stesso tempo. Questo è il segreto per la seconda corona. Dedicarci esclusivamente al nostro tornaconto escluderebbe gli altri; dedicarci solo al gruppo sarebbe a discapito dell’individuo che siamo diventati.

La terza corona si ha quando siamo liberi dagli interessi personali e diventiamo co-creatori. Raggiungiamo la massima espressione del Sé chiamato il Vero Sé, o il Sé Cristico “e solo il desiderio di servire, di dedicarsi, rimane.” Allora sappiamo di essere la corona della creazione.”


2/3 Gennaio – 10° Notte Santa – Ottobre – Bilancia

Contemplazione

Quanto bene si comprende il concetto di sacrificio? Molto spesso il nostro sacrificio nasconde una motivazione egoista. Per qualche ragione noi non capiamo che se noi diamo e diamo, questo gesto ci verrà restituito. Il dare, tuttavia, non deve essere motivato da quello che otterremo. Il vero sacrificio è motivato dall’amore.

Gli angeli amano. La loro intera esistenza è il sacrificio che è dedicato a noi, affinché possiamo diventare pienamente umani.

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. – Romani 8:19

Angeli ci parlano. Possiamo sentire la loro voce, solo quando siamo in grado di usare la nostra facoltà di ispirazione spirituale. Questo udito interiore si presenta come una risposta al nostro impegno per comprendere il nostro pieno potenziale.

Questa audizione avviene quando ci impegniamo con i nostri Io Sono e pensiamo al di fuori del nostro corpo. Il nostro pensiero non ha più bisogno del nostro cervello, anche perché non si basa più su concetti ricordati; questo pensiero ha accesso al pensiero universale. In questo modo abbiamo posto la seconda corona sulle nostre teste. Cominciamo a capire che vita dopo vita abbiamo lavorato per questo obiettivo.

Ora, finalmente sentiamo le parole che abbiamo desiderato ardentemente di sentire, le parole di Cristo. Esse risuonano dentro di noi come un colloquio personale, “La pace sia con voi” per rimuovere qualsiasi allarme nella nostra anima. “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” come un comandamento nuovo, quando non siamo sicuri di cosa fare. “Io sono con voi fino alla fine dell’età presente “, quando abbiamo paura e ansia. Tutto questo quando prendiamo la decisione.


Meditazione

Quando sentiamo “la voce che chiama in noi attraverso le nostre varie incarnazioni” chi è che in realtà ascolta? È Dio, è Cristo? Sono gli angeli o altri esseri spirituali? Questa domanda dovrebbe risuonare dentro di noi, proprio nella profondità del nostro essere, dove la risposta è conservata come un tesoro per noi da scoprire, ma solo quando troviamo la chiave.

Anche la chiave è dentro di noi, desiderosa che noi la troviamo. Gli indizi per la ricerca si trovano nei processi di sacrificio e di decisione. Abbiamo esplorato la natura del sacrificio durante la Notte Santa 8; la decisione, l’offerta, il rifiuto, il mantenimento, il desiderio, la ricerca e la soddisfazione. Un processo a cui partecipiamo ripetutamente, si tratta di un ciclo di vita che seguiamo docilmente, inconsciamente in un primo momento, diventandone sempre più consapevoli man mano che procediamo lungo il percorso.

E la voce? Di chi è? Si tratta di noi stessi, naturalmente! È il nostro più alto sé, il nostro Vero Sé, il nostro Io Sono. Anela che noi lo ascoltiamo, per essere più consapevoli di Lui. Come fa a sapere che stiamo diventando consapevoli? Quando facciamo il sacrificio più grande. Quale sarebbe il sacrificio più grande che potremmo fare? Prendetevi un momento per pensarci prima di continuare a leggere.

… . …

Il sacrificio più grande che chiunque può fare è quello di aiutare un’altra persona a portare il suo karma. Noi diciamo con tutta sincerità, “Lascia che io sia al tuo servizio e che ti aiuti a sopportare il tuo fardello.” Quando siamo in grado di dire questo ad un’altra persona siamo parte di una nuova comunità. I membri di questa comunità sono quelli che si impegnano con il loro Io Sono, che è ciò che dà loro la possibilità di essere al servizio in questo modo.

Eppure, ciò che spesso accade nelle comunità è l’esacerbazione del karma di tutti gli altri ed il crogiolarci nel nostro karma. Oppure qualcuno si vede come un leader del gruppo (che in ogni caso non è più adeguato alle nuove comunità, e di per sé ha conseguenze karmiche), dando giudizi e creando regole che minano la decisione individuale di condividere il karma. San Paolo sapeva di questo quando ha detto:

Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo. – Galati 6,2

La condivisione del karma non rimuove il karma, perché lo scopo del karma è quello di dare a ciascuno di noi l’opportunità di diventare consapevoli del nostro Io Sono. Interferire con il karma di qualcuno lo priverebbe dell’essere in grado di connettersi consapevolmente con il proprio Io Sono. Il karma di ogni individuo è associato con il suo Io Sono.

Queste idee sullo scopo di aiutare gli altri a sopportare il peso del loro karma provengono dalla undicesima conferenza tenuta da Rudolf Steiner sul Vangelo di San Matteo dove dice:

La fondazione dell’umanità del futuro è basata sulla natura dell’Io [della natura dell’Io Sono dei suoi individui]. – O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – XI conferenza Berna, 11 settembre 1910

Se ci impegniamo in questo futuro noi avremo, con Cristo Gesù, il potere di dire l’un l’altro:

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me; che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico è leggero. – Matteo 11,28-30


3/4 Gennaio – 11° Notte Santa – Novembre – Scorpione

Contemplazione

Possiamo accettare che Cristo è una forza viva che sta trasformando il nostro sangue nel suo sangue? Qual è dunque la differenza tra il nostro sangue e il suo sangue? Il sangue è l’espressione fisica del nostro Io Sono. È il nostro fuoco interiore. Come sappiamo, il fuoco può essere sia utile che dannoso. Allora ci si potrebbe chiedere come il sangue possa essere utile o dannoso.

Attraverso il nostro sangue, siamo collegati alla nostra famiglia, la nostra razza e la nostra nazione. È stato attraverso la purificazione della linea di sangue ebraico che Gesù potè nascere e diventare il primo uomo a portare la forza di Cristo nel suo corpo. Immaginate l’effetto che avrebbe avuto sul suo sangue. Poi, sulla croce, questo sangue fu da lui versato. Egli non lo tenne confinato alla sua razza ed al suo gruppo elitario. Lo versò e lo rese disponibile a tutti. Finché il sangue sarà limitato a un gruppo saremo in guerra, quando il sangue sarà condiviso liberamente, saremo uniti attraverso la pace.

Ciò significa sciogliere la nostra presa sul nostro corpo fisico e vivere più frequentemente nel nostro corpo eterico. Il nostro corpo eterico diventa più leggero, più vibrante e spiritualizzato e la nostra sostanza fisica diventa meno densa. In questo modo il Santo Graal si forma all’interno del nostro essere, il nostro sangue diventa Cristico. Questo è quando incontriamo il Guardiano della Soglia, che ci mette alla prova per vedere se siamo pronti a gestire questa trasformazione. Come fa a valutarci? Osservando quanto bene uniamo il nostro sentimento, il nostro pensiero e la nostra volontà mentre guardiamo il dettaglio di tutte le nostre vite passate. Dobbiamo essere in grado di sopportare questo, se vogliamo progredire spiritualmente. Siamo in grado di sopportarlo solo se sperimentiamo la presenza del Cristo risorto che scorre nelle nostre vene.


Meditazione

Tra pochi giorni avremo raggiunto la fine del nostro viaggio attraverso le Notti Sante. Queste notti sono iniziate con la nascita di Gesù e si concluderanno con il suo battesimo, che è il momento in cui ha iniziato a ricevere in sé le forze del Cristo Cosmico.

Compiamo questo viaggio ogni anno per dare anche noi alla luce Gesù; egli è colui che si è collegato con il suo Io Sono tanto quanto basta ad essere in grado di prendere in se stesso la forza di Cristo. Ogni anno, se noi “professiamo sempre di più noi stessi nella lealtà verso l’Altissimo”, ci prepariamo a fare lo stesso. Poi durante l’anno lavoriamo con questa forza nella nostra vita quotidiana per costruire il Castello del Graal in noi stessi.

Il Santo Graal è la presenza di Cristo nel nostro sangue. Il simbolo del sangue di Cristo è il calice. Il nostro compito è quello di prepararci a bere da questo calice. Facciamo questo purificando la nostra anima; purificando il sentire, il pensare e la volere, dando loro nuova vita. La conoscenza che abbiamo acquisito attraverso tutte le nostre incarnazioni è legata all’Albero della Conoscenza e della morte. Ora abbiamo bisogno di sacrificare quelle conoscenze e di accedere all’Albero della Vita che ci dona la vita eterna. Per fare questo dobbiamo affrontare il Guardiano della Soglia, che sta tra il mondo fisico e il mondo spirituale.

Questo Guardiano non è altro che noi stessi: egli è la verità su noi stessi attraverso tutte le nostre incarnazioni. Abbiamo il coraggio di affrontare questo Guardiano? Lo faremo, se siamo in grado di sviluppare il livello di obiettività richiesto. Gesù ci mostra come ha fatto. Egli rappresenta il nostro Io Sono che è inchiodato su una croce di legno – legno prodotto da un albero. In un determinato momento su questa croce il Cristo Cosmico entra in lui completamente e il sangue che scorre non è più il sangue carico di memorie, è il sangue di Cristo. Questo sangue viene raccolto in una coppa che ci aspetta affinché ne beviamo.

Ci siamo impegnati abbastanza da bere da questa coppa? Amiamo Cristo con ogni fibra dell’essere? Amiamo noi stessi abbastanza da considerare tutte le nostre azioni passate, in questa vita ed in ogni vita che abbiamo mai vissuto, con compassione e amore? Non abbiamo nemmeno bisogno di rispondere a questa domanda, perché le nostre motivazioni sono trasparenti per il Guardiano della Soglia, il livello del nostro impegno e del nostro coraggio sono evidenti. Se le nostre motivazioni sono pure, egli ci farà passare e lavoreremo con Cristo per trasformare questa terra per la sua prossima manifestazione.


4/5 Gennaio – 12° Notte Santa – Dicembre – Sagittario

Contemplazione

La corona non è a nostro esclusivo beneficio. Se guadagniamo la corona la poniamo ai piedi di tutta la creazione. Se pensiamo che la corona sia nostra poiché abbiamo fatto lo sforzo e che dovremmo quindi raccoglierne i frutti, allora potremmo essere molto sorpresi di scoprire un giorno chi elargisce questi benefici.

La corona dell’umanità è l’IO SONO, e l’essenza dell’IO SONO è l’amore.

L’amore sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sostiene ogni cosa. L’amore non finisce mai. – Corinzi 1:13

Quando sperimentiamo questo amore noi siamo nell’eterno “tempo senza spazio e spazio fuori dal tempo”. Questa è l’esperienza dell’IO SONO. I confini scompaiono e ci troviamo nel nostro essere eterno.

Siccome abbiamo viaggiato attraverso queste dodici notti sante ogni barlume di verità che è giunta a noi è stata ricevuta dalla santa gerarchia e dalla divina Trinità, che si prendono cura di noi. Essi ricevono i nostri doni di comprensione e li rivelano per tutta l’umanità. In queste parole troviamo il malinteso che come esseri umani siamo moralmente obbligati verso Dio, o gli dei. Questo non è vero. Siamo liberi di guadagnare la corona, indossare la corona e offrire la corona a tutta la creazione. Possiamo portare questa conoscenza attraverso ogni giorno del prossimo anno.


Meditazione

Al termine delle Notti Sante possiamo guardare indietro ed osservare che una trasformazione avviene passo dopo passo. Cosa si trasforma? Per rispondere a questa domanda possiamo chiederci che cosa è cambiato in noi attraverso queste notti. Siamo diversi? Come possiamo dirlo?

È semplice: amiamo di più? Consideriamo tutto quello che vediamo in modo più amorevole? Possiamo vedere che le imperfezioni sono un passo sulla via della perfezione?

L’idea di mettere le corone vinte ai piedi del divino ci ricorda la lavanda dei piedi prima dell’ultima cena. Perché il lavaggio dei piedi? Solitamente noi non laviamo le mani prima di mangiare? Lavare i piedi di un’altra persona è un atto d’amore. Si tratta di un atto eterno d’amore, una volta fatto, è lì per sempre. “Non sono venuto per essere servito, ma per servire”, disse Gesù. Durante queste notti abbiamo preso in considerazione diversi modi in cui possiamo servire.

Al centro di tutto questo è il fatto che non siamo ancora pienamente umani. Siamo un “lavoro in corso”, un’opera in divenire. Quello che dobbiamo capire è che non possiamo diventare pienamente umani senza Cristo. Questo è il motivo per cui è venuto su questa terra e questo è il motivo per cui Gesù è stato preparato fin dagli inizi del tempo.

Troppe persone rifiutano Cristo, o non sanno cosa fare di lui, ma non possiamo dire che stiamo lavorando sul nostro sviluppo spirituale se escludiamo Cristo e Gesù. Quando scopriremo il vero Cristo e il vero Gesù, veramente ameremo.

Cristo non è una sentimentale, mistica figura, egli è spaventoso! Egli appare come un’accecante luce penetrante. San Paolo lo scoprì in prima persona (vedi Atti 9). Fu cieco per tre giorni, senza riuscire a mangiare.

Questo non è un incontro che vogliamo avere facendoci trovare impreparati. Ma come ci stiamo preparando? Il miglior modo possibile è quello di sviluppare un amore per Cristo. Non uno sdolcinato amore mistico, ma un rigoroso amore meditato. Facciamo questo scoprendo i fatti che riguardano i due Gesù, il battesimo, il percorso dei tre anni verso la crocifissione, ed i dettagli della resurrezione. Ma è soprattutto la comprensione della resurrezione che ci porta faccia a faccia con il Cristo in questo mondo e nella nostra vita, oggi.

Quando permeiamo la nostra conoscenza con l’esperienza dell’amore, allora la nostra conoscenza può avvicinarsi al mistero del Golgotha. – Rudolf Steiner 18 febbraio 1923 (O.O. 221 – Sapere terreno e conoscenza celeste – IX conferenza Dornach, 18 febbraio 1923).

Grazie per aver percorso con me queste notti e spero che rivisitiate ogni notte durante i mesi dell’anno a venire.


5/6 Gennaio – 13° Notte Santa – Anno Futuro – Adam Kadmon – Epifania

Contemplazione

Siamo giunti alla 13a Notte Santa. Nella prima Notte Santa abbiamo celebrato la nascita di Gesù. Questa nascita ha risvegliato dentro di noi la memoria profonda di chi siamo veramente. Ciò significava che potevamo toccare la purezza del nostro essere come eravamo prima che ci fossimo mai incarnati in un corpo fisico. Abbiamo portato questo ricordo nel nostro cuore attraverso ogni incarnazione su questa terra. Dodici giorni fa l’abbiamo visto disteso come un neonato.

In questi dodici giorni ci siamo presi cura di questo piccolo bambino, usando la nostra immaginazione per nutrirlo, per dargli vita. Ora siamo arrivati alla notte in cui questo bambino, quella memoria innocente dentro di noi, è pronto a ricevere il Cristo Cosmico. Dal Sole celeste sulle ali di una colomba arriva quel Cristo a cui abbiamo ardentemente anelato durante tutte le incarnazioni che abbiamo mai vissuto. Ora Cristo stesso può essere vissuto nel nostro essere, questo è il nostro battesimo, la nostra Epifania.

Abbiamo veramente capito che cosa significa avere la presenza del Cristo vivente in noi? In questa notte abbiamo l’opportunità di creare una immaginazione vivente di ciò che questo significa. Questo viaggio nel corso degli ultimi dodici giorni e notti, da Gesù a Cristo, ci ha cambiato per sempre. Noi lo porteremo nei nostri cuori attraverso i dodici mesi del 2013.


Meditazione

Questa è la Tredicesima Notte, ed è davvero Santa. Questa sera, il 5-6 gennaio ci troviamo su una potente soglia. Il 6 gennaio si celebra l’Epifania ed è il giorno in cui il 30enne Gesù fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano.

È anche il compleanno del Gesù di Matteo, un’anima saggia che aveva sperimentato molte vite su questa terra, nella più significativa delle quali è stato il grande iniziato Zarathustra. Quest’ultimo non è il Gesù il cui battesimo si celebrerà domani (il 6 gennaio, NdT), ma è il Gesù che si è sacrificato nel tempio quando cedette il suo, in sommo grado evoluto, Io Sono al 12enne Gesù di Luca. In questo modo il più saggio è penetrato nel più innocente; due Gesù divennero un unico Gesù.

È il Gesù di Luca, la pura anima innocente che non si era mai incarnata su questa terra prima, che sarà immersa nell’impetuoso e gelido fiume Giordano dal suo amico Giovanni Battista. Lo shock allenterà il legame tra i suoi corpi eterico e fisico, rendendo possibile al Cristo Cosmico di entrare in lui – almeno parzialmente.

La graduale cristificazione del Gesù di Luca avviene nel corso dei successivi tre anni, culminando alla crocifissione sulla croce del Golgotha. Questa azione rende possibile per ciascuno di noi di avere accesso personale al nostro Io Sono – l’aspetto spirituale del nostro essere, che ha partecipato ad ogni incarnazione che abbiamo mai avuto.

Il nostro compito è quello di attingere a questa memoria, per ricordare chi siamo veramente. Come abbiamo visto attraverso le Dodici precedenti Notti Sante, questo non è un compito facile. Una cosa che è echeggiata attraverso queste notti è la promessa che, se si decide di impegnarsi in questo compito, il più grande essere di tutto il Cosmo ci assisterà. Questo è l’essere che l’ha fatto per primo, e sa cosa comporta tutto ciò. Come potremmo non amarlo con tutto il cuore, sapendo che ci attende per amarlo tanto quanto Lui ci ama.

Pensate a queste cose, quando andrete a letto stasera, riempitevi di gratitudine per la saggia guida del Cosmo, e accogliete il 6 gennaio con grande attesa per una propria, personale Epifania.

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