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  • Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Oltre il Gesù crocifisso

Salvador Dalì – Cristo di San Giovanni della Croce

Dalla mescolanza del cristianesimo col declinante romanesimo, il materialismo occidentale manda i suoi primi raggi. E sotto il suo influsso nacque anche quell'immagine del Cristo Gesú che al principio non esisteva affatto, che non appartiene affatto alle origini dei cristianesimo, l'immagine del Cristo Gesú crocifisso, del doloroso, del martoriato, dell'uomo che spira nel dolore, nella sensazione degli indicibili patimenti che gli sono inflitti.


Quell'immagine rappresentò una frattura in tutta la concezione del mondo cristiano. Infatti, l'immagine che traversò poi i secoli, del Cristo appeso alla croce, colmo di dolore, non presenta piú un Cristo che possa venire inteso nella propria entità spirituale, bensí unicamente in quella corporea. E quanto piú i segni dei dolore vennero impressi nel corpo umano, quanto piú, nelle diverse epoche, all'arte riuscí di imprimere i segni del patimento sul corpo del Salvatore appeso alla croce, tanto piú vennero posti i germi del sentire materialistico cristiano. Il crocifisso è l'espressione del passaggio al materialismo cristiano. Fra questa affermazione e il fatto di riconoscere in tutta la sua profondità e importanza quanto dei patimenti del Salvatore l'arte seppe incarnare in maniera cosí grande e possente, non esiste contraddizione. Rimane tuttavia vero che con l'immagine del Salvatore spirante fra dolori sulla croce si prese congedo dalla concezione propriamente spirituale del cristianesimo.


Razzolare nel dolore, immergere voluttuosamente l'anima nel dolore, bearsi di dolore, questo fu poi attraverso i tempi il contenuto del pensiero del Venerdí Santo, il quale doveva in certo modo solo fornire lo sfondo al pensiero della Pasqua che gli uomini erano sempre meno in grado di capire nella sua realtà.


Occorrerà che si senta sempre piú profondamente come la vera concezione e il vero sentimento dello spirito siano per tal modo gradualmente scomparsi dalla cultura occidentale e, con ammirazione beninteso, ma anche col senso di una certa tragicità, si guarderà allora a tutti i tentativi di rappresentare artisticamente l'uomo oppresso di dolore appeso alla croce.


In altre parole: è necessario che la cultura occidentale torni a sollevarsi alla spiritualità.


– Conferenza tenuta a Dornach il 27 marzo 1921

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