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- Come pensano Ahriman e Michael?
Ahriman si erge innanzi a noi quale essere cosmico della più alta Intelligenza immaginabile, colui che ha portato l’Intelligenza interamente nell’elemento individuale, personale. Se mai ci lasciassimo coinvolgere in una discussione con Ahriman, saremmo inevitabilmente fatti pezzi dalla sua logica conclusiva, dalla magnificente certezza dello scopo con cui egli manipola i suoi argomenti. Dal punto di vista di Ahriman, la domanda realmente decisiva è: prevarrà la furbizia o la stupidità? E Ahriman chiama stupidità tutto ciò che non contiene quell’Intelligenza che sia individuale e personale. Tuttavia Michael, non è minimamente preoccupato dalla qualità personale dell’intelligenza. Noi esseri umani siamo sempre tentati dal fare personale la nostra Intelligenza come Ahriman ha fatto. Ma Michael amministra solo l’Intelligenza Cosmica e non la fa personalmente sua. E ora che le persone hanno l’Intelligenza, essa dovrebbe essere nuovamente amministrata da Michael come qualcosa che appartiene a tutta l’umanità – come Intelligenza comune ed universale che beneficia tutti noi allo stesso modo. Dietro le quinte dell’esistenza infuria una battaglia di Michael contro tutto ciò che è di Ahriman. Michael è uno spirito ricolmo di Forza, e può affidarsi solo a persone coraggiose, di coloro che sono ricolmi di Coraggio. – Rudolf Steiner OO236 “Considerazioni esoteriche su nessi karmici - II”
- Offrirsi in Servizio al Mondo
Se il bambino da piccolo giocando è riuscito a donare tutto il suo essere vivente al mondo che lo circonda Sarà allora in grado nei seri compiti della vita adulta, di donarsi con il potere della fiducia al servizio del mondo. – Rudolf Steiner Quando un bambino è in grado di essere tutt'uno con le Gerarchie che intessono nel mondo che lo circonda, la sua immaginazione è potenziata dalle immaginazioni intessute dalle Gerarchie stesse. Ecco come nasce il mondo dell'immaginazione nel bambino: il cosmo vive in lui, ed ora è dovere di coloro che lo circondano proteggere questo mondo interiore dal venire ucciso nei successivi cicli di sette anni. Essendo un essere vivente, è tanto più fragile quanto ancora in sviluppo. Quindi, se il bambino è in grado di mantenere intatto questo mondo immaginario attraverso la caduta del terzo settennio (14-21), la ricapitolazione della Caduta dal Paradiso, questo microcosmo continuerà a vivere. Se ne dimenticherà nel quarto settennio (21-28), quando questo mondo interiore passerà attraverso un letargo, per chiudersi in una crisalide. Tuttavia risorgerà nel quinto (28-35), perfino in forma diversa, vivendo poi per il resto della sua vita. L'immaginazione nascerà al di fuori nel mondo attraverso l'impulso creativo, poiché l'uomo si è offerto come veicolo per l'attività delle Gerarchie – l'uomo creativo offre un servizio cosmico alle Gerarchie, alla Terra e all'umanità.
- Le Lezioni Esoteriche sono frutto di un sacrificio
Steiner racconta di un evento spirituale, la crocifissione di Siddartha sul piano astrale, missione cosmica che gli fu affidata da Cristiano Rosacroce dopo la sua ultima incarnazione terrestre quale Gautama Buddha. Steiner descrive come nel XV secolo su Marte si fosse raggiunta la decadenza spirituale, così che il pianeta non fu più in grado di inviare impulsi spirituali al volere all’uomo. Questo si tradusse sulla Terra in una più profonda caduta nella maya, anche nel mondo del linguaggio e nella perdita del senso spirituale dei nomi associati alle cose. L’uomo del XV secolo, al passaggio tra medioevo e rinascimento, non era più in grado di dire se la lingua fosse ispirata dallo spirito delle cose o se invece fosse solo una convenzione: così nel XV secolo si ebbe il culmine del dibattito tra nominalismo e realismo. Per questa decadenza degli spiriti di Marte, si rese necessario un evento che potesse fare da punto di svolta della storia, così come il Mistero del Golgotha lo era stato sulla Terra. La rimessa in moto dell’evoluzione marziana avrebbe significato anche l’invio di un nuovo impulso volitivo sulla Terra. Nel 1604, Christian Rosenkreuz all’epoca disincarnato, in quanto membro dei Maestri della Saggezza e Armonia dei Sentimenti, decise che il Siddhartha Buddha avrebbe compiuto tale missione di sacrificio per il pianeta Marte. Infatti Buddha, quando nel VI secolo a.C. ricevette la sua illuminazione sotto l’albero del Bodhi, incorporò l’Eloah di Mercurio, così come l’Eloah del Sole, Cristo, si incarnò nel battesimo del Giordano in Gesù di Nazareth. Dopo l’illuminazione Buddha non avrebbe più avuto successive incarnazioni fisiche sulla Terra, ma si sarebbe trasferito come spirito sul pianeta Marte nel XVII secolo. Questo avvenne a livello del Mondo Astrale e il veicolo più basso che indossò Buddha fu proprio il corpo astrale, ponendolo così entro il corpo di un Arcangelo o Spirito di Popolo. Il pianeta rosso era all’epoca un gigantesco campo di battaglia degli spiriti che lo abitavano e il Buddha dovette scendere sul campo di battaglia, rimanendo coinvolto nella lotta come condottiero di pace alla guida del popolo marziano. Essendo a livello del Mondo Astrale dobbiamo immaginarci una guerra fatta di passioni contrastanti. Per il sublime spirito di Buddha, che aveva la pace nella sua essenza spirituale, partecipare ad una guerra fu una vera e propria crocifissione. La guerra cessò. Da quel sacrificio del Buddha-Eloah di Mercurio, l’evoluzione marziana poté invertire la sua discesa e ascendere di nuovo, al contempo facendo sgorgare nuove forze volitive. Queste forze si riversarono sulla Terra attraverso le anime che, dopo il sacrificio di Buddha in poi, passano nel cielo di Marte durante la discesa nella nuova incarnazione. Si tradussero per la prima volta come forze che permettevano all’essere umano di coltivare la meditazione e al contempo la propria normale attività di ogni giorno. Dunque se Steiner ha potuto dare le Lezioni Esoteriche in seno alla Sezione Esoterica della Società Teosofica prima e della Società Antroposofica poi, è in virtù di questo sacrificio supremo del Buddha, in accordo con Christian Rosenkreutz all’unisono nella luce del Cristo. 🌹 Siamo finalmente pronti ad aprire le porte al prossimo anno di preparazione per l’ingresso nella Sezione Esoterica dell’Impulso Pleroma - Scuola Misteriosofica. Potete trovare maggiori informazioni aprendo il seguente link: https://facebook.com/events/s/lezioni-esoteriche-vol-1-anno-/1370485463893272/ Per qualsiasi domanda potete scriverci al 3471585692.
- Michael ci guida verso la cittadinanza universale
Durante gli anni della guerra abbiamo sentito continuamente la menzogna universale: “Libertà per le singole nazioni, anche per le nazioni più piccole”. Questa è un'idea essenzialmente falsa, perché oggi, nel periodo di Michele, la cosa più importante non sono i gruppi di uomini, ma gli individui umani, gli uomini separati. Questa menzogna non è altro che il tentativo di permeare ogni singola nazione non con la nuova forza di Michele, ma con la forza dell'antico, del tempo precristiano, con la forza di Michele dell'Antico Testamento. Per quanto paradossale possa sembrare, oggigiorno tra le cosiddette nazioni civili c'è la tendenza a trasformare ciò che era giustificabile presso il popolo ebraico dell'Antico Testamento in qualcosa di luciferico, e a fare di questo l'impulso più potente in ogni nazione . – Rudolf Steiner, La via di Michele verso Cristo Le tendenze nazionalistiche sono legate al sangue e alla terra, a loro volta legati all’evoluzione umana passata e alla doppia caduta dell’umanità: prima in Lemuria per l’intervento di Lucifero, e poi in Atlantide per l’intervento di Ahriman. Dal sangue che passa attraverso i nervi, dobbiamo vincere la tendenza egoistica di Lucifero a pensare solo al nostro bene e al bene dei nostri consanguinei. Dalla dimensione elettromagnetica del doppio nel paesaggio geografico, dobbiamo vincere la presa materialistica arimanica che si sforza di renderci esseri puramente terreni. Michele ci porta ad essere cittadini del mondo, capaci di riconoscere l'unità nella diversità nonostante le circostanze terrene. Se pensiamo in modo michaelico trascendiamo la parentela di sangue in parentela spirituale trascendendo così i confini nazionali per rivelare la vera umanità solare. Immagine: David Newbatt
- Le forze di Guarigione del Caduceo e della Rosacroce
Più gli esseri che vediamo durante la meditazione assomigliano alle sfingi, ai Serafini e ai Cherubini, più si può essere sicuri di vedere esseri buoni e sublimi e di essere sulla strada giusta con la propria meditazione. I ratti e i topi che si eliminano attraverso un caduceo provengono da un mondo sub-fisico. Tutto ciò che ha una vita propria è racchiuso in una pelle. Anche il nostro corpo astrale ha una pelle. Un uomo dipendente e debole ha una pelle molto sottile, screpolata e facilmente frangibile, ed è per questo che queste persone spesso desiderano potersi fondere con l'universo. Un uomo indipendente e volitivo ha una pelle astrale spessa. Ma tutte le pelli astrali si consumano durante il giorno, cioè si bucano, si lacerano e si appendono zoppicanti quando l'uomo si stanca. Andando a dormire dovremmo dire a noi stessi con riverenza che stiamo tornando agli Dei che ci hanno creato. Il corpo astrale trae nuove forze dagli Dei per formare una nuova pelle per il corpo astrale. La riformazione di questa pelle astrale è simboleggiata per noi dai serpenti sul caduceo. Possiamo usare il bastone di Mercurio prima delle meditazioni serali e mattutine e anche durante le meditazioni per allontanare le cattive influenze. Le rose rosse su una croce sono il simbolo della nuova vita che scaturisce dalla morte. Le rose rosse sono nel senso più profondo il simbolo del sangue sacro di Cristo. I poteri malvagi devono ritirarsi da chiunque ponga questa croce di legno nero con le sue sette rose rosse scure e fiorite davanti alla sua anima. È un simbolo dal quale si può attingere una forza infinita. Immaginiamo un mare tranquillo e poi lo stesso mare con onde alte, e che siamo su una nave che affonda in quest'acqua che si agita selvaggiamente, così che la morte è inevitabile. Chi non ha paura della morte, ma solo la meravigliosa bellezza degli elementi liberi e la grandezza del creato in un momento come questo, sa cos'è la pace dell'anima. Dovremmo lasciare che queste immagini, questi pensieri vivano in noi nella loro ricchezza e grandezza il più spesso possibile. Allora sentiremo che la paura e il terrore degli elementi e delle eruzioni scompaiono, e trarremo forza da tutti gli ostacoli che la vita mette sul nostro cammino. - Rudolf Steiner, Lezione Esoterica, Monaco, 9 agosto 1909
- 29 Settembre - Festa di Michael
Dornach, 22 novembre 1919 Siamo stati abituati, da civiltà vecchie di secoli e per effetto del riconoscimento della dualità, a parlare da un lato dell'anima e dall'altra del corpo; abbiamo smarrito il rapporto tra le rappresentazioni che ci sono trasmesse dall’elemento animico-spirituale e quelle che ci sono trasmesse dal corpo. Lo spirituale che è dappertutto e il corporeo, che è nel contempo un elemento spirituale, si sono spezzati in due elementi distinti. Si parla oggi dell'uomo come di una entità unitaria, indifferentemente che si parli del suo corpo o della sua anima; si parla dell'anima come di una entità unitaria, del corpo come di una entità unitaria. Tuttavia, abbiamo visto nelle nostre argomentazioni che nell'essere umano vige anzitutto la grande contrapposizione tra il capo e tutto il resto del corpo. Se ci si interroga sull'evoluzione dell'uomo, si deve farlo in maniera diversa per la formazione del capo e per la formazione del resto del corpo. Se prendiamo in considerazione la formazione del capo umano (inteso in un primo tempo solo come elemento corporeo) in quanto esso contiene gli organi per la percezione sensoria o per l'attività di pensiero e di rappresentazione, dobbiamo guardare indietro, assai lontano nell'evoluzione cosmica dell'uomo. Dobbiamo quindi convenire che quanto trova oggi la sua espressione nella formazione del capo umano si è sviluppato e trasformato a poco a poco: si è evoluto durante la formazione dell'antico Saturno, durante la formazione dell'antico Sole e quella dell'antica Luna, e ha continuato la sua ulteriore evoluzione sulla Terra. Ma non fu così per la restante parte della corporeità umana. Parlando in generale di una connessione dell'uomo con il mondo animale in rapporto all'evoluzione, si può dire solamente: ciò che vi è nel capo umano risale a una precedente formazione animale. Il capo umano è una figura animale trasformata, molto trasformata. In condizioni fisiche del tutto diverse dalle attuali, in un'epoca in cui non esistevano gli animali, l'uomo ebbe una formazione animale. Gli animali si formarono più tardi in aggiunta all'uomo, e la parte nell'uomo che ebbe una forma animale è adesso il capo umano, la testa dell'uomo. Tutto quanto si aggiunse alla testa per formare il restante organismo umano, si è aggiunto contemporaneamente all'evoluzione degli animali, non ha quindi niente a che fare con una origine animale. A questo punto dobbiamo tuttavia menzionare che la trasformazione dell'animalità del capo umano è avvenuta in quanto nel capo stesso è penetrata un'evoluzione recessiva. La vita pienamente attiva di stadi evolutivi precedenti è nel capo dell'uomo sulla via del morire, è in un corso involutivo rivolto all'indietro. Ho detto una volta: se noi uomini fossimo solo testa, non potremmo vivere, dovremmo sostanzialmente continuare a morire, perché la condizione organica del capo umano, per le sue forze stesse, non è un processo vitale ma un processo di morte. Tutto quanto è nel capo viene di continuo rivivificato dal resto dell'organismo umano. Che il capo partecipi alla vita generale dell'organismo, è dovuto alla vita del restante organismo. Se il capo dovesse affidarsi solamente alle forze per le quali è organizzato, alle forze di percezione sensoria e di rappresentazione, esso morirebbe di continuo. Il capo ha sempre la tendenza a morire, deve essere continuamente rianimato. Non è un processo ascendente, un processo di vita commisurato alla crescita quello che, quando pensiamo e quando percepiamo, avviene nel nostro capo, nel nostro sistema nervoso in generale e nel suo collegamento con gli organi dei sensi; in tal caso potremmo solamente dormire, sprofondarci in un sonno profondo, e mai potremmo avere un chiaro pensiero. Il pensiero e la percezione sensoria possono prendervi posto solo per il fatto che la morte continua a passare nel nostro capo, che vi è in esso una continua involuzione, che i processi La materia organica deve prima venir demolita e distrutta, e solo allora sorge dal processo di distruzione il processo di pensiero. Queste cose sono intese oggi dall'umanità in modo da tentare di capirne la natura solo in maniera esteriore. Dunque nel capo umano abbiamo a che fare con un'evoluzione partita dall'animalità, che è però già adesso in una fase involutiva, in un processo di demolizione. La parte restante dell'organismo umano si trova invece in evoluzione ascendente; di questa parte non si deve credere che non partecipi all'elemento spirituale-animico e alla sperimentazione che di essa fa l'uomo. Non solo il sangue viene spinto di continuo verso l'alto nel capo dal restante organismo, ma nel sangue stesso salgono continuamente le forme di pensiero animico-spirituali di cui è intessuto l'universo e anche il nostro organismo. Oggi l'uomo non percepisce ancora in condizioni normali queste forme di pensiero, ma è iniziato il tempo in cui egli deve cominciare a percepire le forme di pensiero che salgono dal proprio essere. Se ora domandiamo per quali vie può avvicinarsi all'uomo la sapienza del divino reale, non possiamo indicare la via che passa per il capo, per la percezione sensoria e per il pensiero, ma possiamo solo indicare la via che passa per il nostro restante organismo E infatti importante chiarire che attraverso il capo parlarono per prime all'uomo solo le entità luciferiche. Possiamo dunque affermare che al capo dell'uomo fece seguito la creazione del restante organismo affinché a lui potessero parlare i suoi dei. Al principio della Bibbia non è detto: «E Dio mandò all'uomo il raggio di luce ed egli divenne un'anima vivente», bensì: «Dio soffiò nell'uomo il respiro vivente ed egli divenne un anima vivente». * Si riconosce qui come giusto il fatto che l'impulso divino venne all'uomo attraverso una attività che non è quella del capo. Da questo si potrà anche capire che in principio l'impulso divino poteva venire all'uomo in una forma di chiaroveggenza inconscia, o tutt'al più attraverso la comprensione di quanto veniva dato mediante una chiaroveggenza inconscia. Se consideriamo nella Bibbia l'Antico Testamento, dobbiamo vederlo (lo sappiamo da considerazioni già fatte in altre occasioni) come il risultato di una chiaroveggenza inconscia; ne erano consapevoli coloro che cooperarono alla realizzazione di quel testo. è stato detto che i maestri dell'antico popolo ebraico erano sempre consci che il loro Dio non parlava loro direttamente né mediante percezioni dei sensi, né mediante il pensiero usuale, cioè valendosi della mediazione del capo, bensì attraverso sogni (e intendevano non sogni comuni, ma sogni impregnati di realtà); così Dio parlava loro in tali momenti di chiaroveggenza, come a Mosè dal roveto ardente e in altri simili casi. Quando poi veniva chiesto agli iniziati di quegli antichi tempi come essi pensavano che fosse giunta loro la chiamata divina, essi dicevano: a noi parla il Signore, il cui Nome è impronunciabile, ma Egli ci parla attraverso il suo Volto. Al volto del loro Dio essi davano il nome di Michele, la potenza spirituale che annoveriamo nella gerarchia degli Arcangeli. Essi sentivano il loro Dio come sconosciuto anche per quel che appariva al chiaroveggente. Ma quando questi si elevava attraverso l'intima costituzione della propria anima al suo Dio, allora Michele gli parlava. Questo avveniva però solo quando gli uomini si potevano trasferire in uno stato diverso da quello della coscienza comune, nello stato di coscienza di una certa chiaroveggenza, grazie alla quale entrava nella coscienza l'elemento che altrimenti vive e lavora nell'uomo tra l'addormentarsi e il risvegliarsi o anche nella volontà che rimane inconscia, che dorme anche quando di giorno si è desti. Ecco perché nell'antica dottrina occulta ebraica si chiamava manifestazione della notte la manifestazione di Jahvè; attraverso la manifestazione di Michele si sentiva quella di Jahvè come manifestazione della notte. Se ci si rivolgeva unilateralmente verso la parte del mondo che si offriva alla percezione sensoria attraverso il pensiero umano raziocinante, si affermava che per tale via si accosta all'uomo un sapere che non contiene in sé il divino. Ma quando l'uomo si evolve da questo stato di coscienza a un altro, allora parla a lui il volto di Dio, Michele, e gli rivela i veri misteri che si connettono con l'essere dell'uomo, gli rivela l'elemento che costruisce un ponte tra l'uomo e le potenze non percepibili nel mondo sensibile esteriore, non pensabili con l'intelletto legato al cervello. Nei tempi precedenti la venuta del Cristo, gli uomini vivevano in modo da poter volgere lo sguardo da una parte verso la conoscenza sensibile, che era la norma per le funzioni terrene, e dall'altra verso la conoscenza che essi avrebbero avuto (e non hanno mai avuto) nella coscienza comune, se questa avesse potuto rimanere desta durante il sonno, tra l'addormentarsi e il risvegliarsi. Si sapeva che l'uomo durante la veglia è contornato da entità spirituali; non quelle che lo hanno creato (così si pensava secondo l'Antico Testamento, nel tempo da cui esso proviene) ma le entità luciferiche. Le entità che venivano sentite come divine e creatrici dell'umanità agivano sull'essere dell'uomo da quando questi si addormentava fino al risveglio, oppure agivano sulla parte dell'uomo che dorme anche durante la veglia diurna. Nel tempo da cui proviene l'Antico Testamento si chiamava dio Jahvè il reggente della notte, e si chiamava servo del reggente della notte il volto di Jahve: Michele. Si pensava a Michele quando si menzionavano le ispirazioni profetiche, mediante le quali si otteneva maggior comprensione di quanto non si potesse raggiungere con la conoscenza sensibile. Quale coscienza sta dietro a tutto questo? Vi sta la coscienza che è germogliata dalla sfera di esistenza in cui operano le potenze che attorniano Jahvè, mentre la formazione del capo umano è circondata da entità luciferiche. Vi era un segreto che si conservava in tutti gli antichi templi e con il quale ci si avvicinava assai alla verità: nella misura in cui il capo umano ha sopravanzato l'organismo umano, l'uomo si è volto mediante il suo capo verso le entità luciferiche. Si sapeva in certo modo che tanto quanto il capo umano sporge dall'organismo, Lucifero sopravanza l'organismo umano stesso. La potenza che ha condotto il capo umano fuori dall'animalità verso la sua figura attuale è una potenza luciferica. E la potenza che l'uomo deve sentire come divina, deve ascendere nel capo umano dalla condizione notturna del restante organismo. Ecco quel che l'uomo poteva sapere nei tempi precristiani. Poi intervenne il mistero del Golgota nell'evoluzione della Terra. Sappiamo già che il mistero del Golgota significa l'unione di un essere sopraterreno con l'evoluzione umana della Terra attraverso il corpo di Gesù di Nazareth, e che tale unione si è legata con l'entità terrena dell'uomo mediante la morte sul Golgota dell'entità che noi chiamiamo il Cristo. Che cosa è avvenuto con questo nell'evoluzione della Terra? Solo a partire da questo evento l'evoluzione della Terra ha avuto un significato proprio: la Terra non avrebbe avuto il suo vero significato se l'uomo si fosse evoluto su di essa con i propri sensi e con la ragione collegata al capo (la cui origine all'inizio fu luciferica), avendo percezione del mondo terreno esterno, della luce del Sole e delle stelle riversantesi sulla Terra, ma nella condizione di dover persistere nello stato di sonno per percepire l'elemento divino. In quel modo la Terra non avrebbe mai raggiunto il suo vero significato, perché è l'uomo desto che è legato alla Terra. Per il fatto che l'entità del Cristo abitò un corpo umano e passò per la morte, per questo si ebbe nell'evoluzione terrena come una scossa. Tutto in essa ha acquistato un nuovo significato; per la prima volta vi si è configurata la possibilità che l'uomo diventi capace a poco a poco di riconoscere le potenze divine creatrici durante il giorno, durante la solita veglia, vale a dire nel comune stato di coscienza. Su questo domina oggi ancora l'errore, perché il tempo trascorso dopo il mistero del Golgota non è stato sufficiente a condurre l'uomo a vedere, nella veglia diurna, il mondo nel quale potevano guardare i profeti dell'Antico Testamento nei momenti che essi sentivano compenetrati dalle rivelazioni di Jahvè, il loro reggente della notte, e di Michele, il suo volto. Occorreva un'epoca di transizione. Ma allo scadere del secolo diciannovesimo è iniziata l'epoca, segnalata anche dalla sapienza orientale da tutt'altro punto vista,* nella quale gli uomini dovranno riconoscere che si è compiuto qualcosa che prima non era, che ora la facoltà in loro latente è matura per il risveglio, la facoltà di vedere nella rivelazione diurna ciò che precedentemente era stato trasmesso da Michele solo nella rivelazione notturna. Michele fu colui che si manifestava durante la notte e deve diventare nel nostro tempo colui che si manifesta durante il giorno. Da spirito notturno che era, Michele deve diventare spirito diurno. Per lui il mistero del Golgota significa la trasformazione da spirito notturno in spirito diurno. Ma questa conoscenza, che dovrebbe farsi strada tra gli uomini più rapidamente di quanto non si creda oggi, doveva essere preceduta da un più grande errore, il più grande pensabile che sia stato possibile nell'evoluzione umana, per quanto lo si consideri ancor oggi da molti come una verità particolarmente importante e essenziale. È rimasta completamente celata all'umanità moderna l'origine del capo umano e la spiritualità luciferica congiunta ad esso. L'uomo venne considerato anche corporalmente come una unità; a chi chiedeva quale fosse la sua origine si rispose che l'uomo deriva dall'animalità, mentre in realtà solo la sua parte luciferica deriva dall'animalità. La parte invece attraverso la quale gli avevano parlato, nella condizione di sonno, i suoi creatori divini, nacque solo come aggiunta al capo umano (dopo che contemporaneamente erano nati gli animali. Da dove può essere venuta la tendenza per cui l'uomo inventò la favola della propria derivazione dall'animalità, mentre il vero processo è quello che abbiamo ora presentato riguardo all'origine del capo e del restante organismo? che cosa ha suggerito all'uomo la favola che tutto l'uomo derivi dall'animalità? Nel tempo intercorso tra il mistero del Golgota e oggi, nel quale si ebbe in un certo senso la preparazione alla comprensione del mistero stesso, in questo periodo nel quale decadde l'antica sapienza pagana (mediante la quale si volle inizialmente comprendere anche il cristianesimo) e nel quale la nuova conoscenza spirituale non era ancora del tutto matura, in questo periodo si insinuò gradualmente nell'evoluzione umana l'elemento arimanico. Siccome non si riconosceva l'elemento luciferico nel capo umano, non si poteva neppure riconoscere l'elemento arimanico, con il quale l'elemento divino sta in lotta nella restante parte dell'organizzazione umana. Così nacque la favola assolutamente arimanica che l'uomo abbia origine dagli animali. Che l'uomo derivi dalla serie animale è un'ispirazione arimanica. Questa scienza ha un carattere arimanico puro. Ecco come si insinuò nel la concezione umana l'opinione che il capo umano sia la parte più nobile e il resto gli si contrapponga nello stesso modo in cui si contrappongono bene e male, cielo e inferno, cioè una dualità invece di una triplicità. In realtà si sarebbe dovuto sapere che l'uomo deve sì alla saggezza del mondo ciò che può conquistare in esso grazie al suo capo, ma lo deve anche alla saggezza luciferica, e che tale saggezza luciferica solo a poco a poco deve venir compenetrata da altri elementi. Dopo che l'evoluzione dell'umanità era passata attraverso gli stati di Saturno, Sole, Luna, e dopo che quello della Terra aveva avuto inizio, vi fu una potenza spirituale che inserì l'essenza luciferica nella formazione del capo umano, e tale potenza è quella di Michele. «E spinse giù sulla Terra gli spiriti a lui avversi»:* ciò vuol dire che l'uomo venne allora compenetrato nell'intelletto, nel suo capo, dalla caduta degli spiriti luciferici avversari di Michele.* È proprio Michele che mandò i suoi avversari all'uomo, affinché questo, accogliendo tale elemento di opposizione, tale elemento luciferico, ottenesse il proprio intelletto. Poi entrò nell'evoluzione umana il mistero del Golgota. L'epoca di preparazione è trascorsa. Michele stesso ha partecipato dai mondi soprasensibili alle conseguenze del mistero del Golgota. A partire dall'ultimo terzo del secolo diciannovesimo* egli ha una particolare posizione entro l'evoluzione dell'umanità. La prima cosa che deve avvenire a seguito di un giusto riconoscimento della posizione dell'uomo rispetto a Michele deve essere che si penetri in segreti come, per esempio, quello del capo umano rispetto al restante organismo, quello che oggi abbiamo cercato di definire. Questi sono i segreti che l'umanità deve penetrare. Essa deve arrivare a confrontarsi coraggiosamente con la conoscenza che, afferrando nuovi segreti divini, potrà rendere migliore tutto quanto le deriva dal solo giudizio della testa, dalla sola sapienza o intelligenza terrena e umana. Come prima cosa deve venir corretto il grande errore che dovette precedere la conversione, l'errore consistente nell'interpretazione materialistica della teoria dell'evoluzione, dell'origine di tutto l'uomo intero dalla serie animale. Questa è la sola via per giungere alla possibilità di comprendere che nell'uomo non va visto, da una parte, un puro elemento animico spirituale che si trova ad abitare in un corpo, e dall'altra un corpo privo di anima, bensì che occorre vedere l'elemento concreto spirituale che lavora nel capo umano, sia pure in maniera luciferica, l'elemento concreto divino che lavora su tutto l'uomo e che, entro l'organizzazione all'infuori del capo, trova veramente un avversario nella natura arimanica. Parlando immaginativamente, possiamo indicare a ritroso come l'elemento luciferico sia stato incorporato nell'uomo per impulso di Michele. Attraverso quello che Michele è divenuto deve ora venir afferrato l'elemento arimanico. Per la scienza ufficiale l'uomo sta oggi di fronte alla nostra coscienza come se la verità consistesse solo in quel che conosciamo mediante l'anatomia, la fisiologia e così di seguito, oppure in quel che ci si presenta dell'uomo mediante l'osservazione sensoria. Dobbiamo invece divenir capaci di osservare l'uomo in modo che in ogni fibra scorgiamo il suo concreto essere spirituale, insieme al suo essere corporeo. Dobbiamo farci consapevoli del fatto che il sangue che scorre nell'uomo vivente non è solo quello che possiamo far gocciolare, bensì che esso è spiritualizzato in modo speciale. Dobbiamo imparare a conoscere lo spirito che pulsa attraverso il sangue. Dobbiamo imparare a conoscere lo spirito che pulsa attraverso il sistema nervoso quando questi è in fase di morte, e così via. Dobbiamo vedere in tutte le singole estrinsecazioni di vita anche l'elemento spirituale. Michele è lo spirito del vigore. Con il suo introdursi nell'evoluzione umana egli deve renderci capaci di non porre da un lato la spiritualità astratta e dall'altro la materialità che urtiamo e sezioniamo, senza avere il minimo sentore che in fondo essa è pure una forma di manifestazione dello spirito; Michele ci deve permeare come una forza vigorosa che può guardare attraverso la materia, poiché in essa vede nel contempo la spiritualità, poiché nella materialità si vede dovunque lo spirito. Si è indicato un antico grado di coscienza umana, quando si è detto: a quei tempi la Parola viveva in maniera spirituale, ma la Parola si fece carne e abitò tra di noi (così si esprime l'Evangelista). La Parola si è unita alla carne e la rivelazione di Michele l'ha preceduta. Sono tutti eventi della coscienza umana cui ivi si accenna. Deve ora iniziare il processo inverso, che consiste in un'aggiunta alle parole dell'Evangelista: nella nostra coscienza deve formarsi la forza di vedere come l'uomo accolga quel che dai mondi spirituali si è unito con la Terra mediante l'impulso del Cristo e deve legarsi all'umanità, affinché questa non perisca assieme alla Terra. Si deve vedere come l'uomo accolga lo spirito, non solo dentro al suo capo, ma in tutto se stesso, come egli si compenetri tutto di spirito. Per questo l'unico aiuto è l'impulso del Cristo. Ma un aiuto è pure l'interpretazione dell'impulso del Cristo mediante l'impulso di Michele. Allora alle parole dell'Evangelista può venir aggiunto: «E deve venire il tempo in cui la carne diventi di nuovo Parola e insegni ad abitare nel regno della Parola». Non è un'aggiunta inventata da qualche autore posteriore la frase posta in chiusura del Vangelo,* la quale dice che molte cose sono state omesse: vi è accennato anche a quanto si può rivelare all'uomo solo a poco a poco. Comprende male i Vangeli chi li considera come se essi dovessero rimanere così come sono e non potessero venir ulteriormente indagati. Devono essere interpretati secondo la parola del Cristo Gesù, come ho sempre detto: «Io sono con voi fino alla fine dei tempi».* Ma ciò significa: non mi sono rivelato a voi solo nei giorni nei quali furono scritti i Vangeli; io vi parlerò sempre attraverso Michele, il mio spirito diurno, ogni qualvolta cercherete la via verso di me. Attraverso la continua rivelazione del Cristo potrete aggiungere ai Vangeli quello che non si può sapere dal Vangelo del primo millennio, ma meglio in quello del secondo millennio, cui potrà aggiungersi sempre del nuovo nei millenni seguenti. Com'è vero che nel Vangelo è detto: «In principio era la Parola, e la Parola si è fatta carne ed ha abitato tra di noi», altrettanto è infatti vero che noi dobbiamo aggiungere alla rivelazione: " la carne dell'uomo deve di nuovo venir spiritualizzata, per divenir capace di abitare nel regno della Parola, per contemplare i misteri divini". L'incarnazione della Parola è la prima rivelazione di Michele, la spiritualizzazione della carne deve essere la sua seconda rivelazione. – Rudolf Steiner in O.O.194, Seconda Conferenza de “La Missione di Michele” Siamo entrati in questa atmosfera di Michael, ci stiamo avvicinando a quello che è il 29 settembre quando culminerà. Questa atmosfera si è andata preparando già dall'inizio della calura estiva. La massima calura estiva è quel periodo che veniva chiamato nell'antichità e anche oggi, anche se meno frequentemente, la canicola. La canicola è legata a quel periodo in cui prevalgono le forze del calore esteriore, quindi quelle forze che portano l'uomo attraverso l’etere del calore a legarsi alla percezione fisico-sensibile. Questa percezione fisico-sensibile è un esteriorizzazione dell’ anima dell’uomo. Durante l’estate, tanto più passiamo quindi dal solstizio d’estate e arriviamo nel pieno della canicola, l’anima dell'uomo si trova ad essere esteriorizzata all'esterno della sua corporeità e trova la sua destinazione nelle ampiezze cosmiche. Durante l’estate l'anima dell'uomo si effonde nelle ampiezze cosmiche e così facendo, sostanzialmente reca in sé un processo di addormentamento e di sogno. Quindi quando noi, diciamo così, ci godiamo per esempio il calore, il sole, il mare.. noi stiamo lasciando che la nostra anima si effonda nel cosmo, si effondano le distanze cosmiche e l'autocoscienza divenga meno capace o addirittura del tutto incapace di afferrarsi dentro l'interiorità dell'uomo. Cosa che invece avverrà a partire dell’epoca di Michael, in particolare proprio dalla festa dell’Arcangelo Michael del 29 settembre e che è un processo che si approfondirà e diventerà sempre più potente fino a culminare con quello che è l’Avvento e le Notti Sante. Quello che avviene è che l’uomo essenzialmente non riesce più a percepire la sua interiorità, percepisce il mondo dei sensi esteriori, si perde in quella che è la percezione della Maya, dell'illusione. È un processo naturale ma da un altro punto di vista, essendo l'uomo comunque nell’epoca dell’anima cosciente, avrebbe continuamente il compito di cercarsi spiritualmente nella fisicità, quindi sia nel corpo fisico che nel mondo fisico. Durante l’estate invece ha la tentazione di perdersi spiritualmente nel corpo fisico e nel mondo fisico. Questo processo è quello che gli antichi ritenevano essere collegato alla perdita della saggezza quindi quello che accadeva era che durante l'estate, l’uomo, divenendo più interessato al mondo fisico-sensibile, si perdesse nella natura e di conseguenza divenisse più ebbro, come se fosse in un certo senso quasi ubriaco.. ubriaco nei sensi, e quindi fondamentalmente perdere contatto con quella che è una saggezza della totalità di quello che è l'insieme tra il fisico, l’ animico e lo spirituale. Questa saggezza che poi è forzato a recuperare dopo l'estate, dopo il culmine del calore estivo, e il ritorno nell'autunno a quello che è appunto l'atmosfera autunnale poi ancora di più invernale, cioè costretto a rientrare dentro a se stesso. Questo processo nell'antichità era collegato per gli Egizi, all'elevazione eliaca di Sirio. Sirio, chiamata la stella del cane, e da qui il termine canicola. La stella del cane accompagnava per prima l’elevarsi del sole e il suo tramontare. Questa anticipazione del ciclo solare nella sua elevazione e successivamente nel suo tramonto era collegato alle esondazioni del Nilo. Quindi gli Egizi ritenevano Sirio sia portatrice di un calore, che loro percepivano come un fluido che si fondeva nell’astralità quindi in tutto quello che era il cosmo e giungeva nell’astralità della terra e che si aggiungeva la fluidità del Nilo facendolo esondare, come se fosse un troppo pieno, diciamo così, come se venisse aggiunta questa liquidità stellare alla liquidità del fiume Nilo. Il fiume Nilo esondava e portava terra fertile, del limo fertile, la terra nera del Nilo. Questo limo fertile era ricco di sostanze in decomposizione (per questo era nero) ed era estremamente sottile, quindi era qualche cosa che aveva in sé delle proprietà che poi diverranno nel gergo quelle proprietà alchemiche della materia prima e della possibilità di trasformarsi in forme di vita superiori. Questo limo nero del Nilo si spandeva sulle sponde del Nilo e poi veniva presa per essere portata nei campi e diventava il principale concime. Questo processo era un tutt’uno con quello che avveniva nel cosmo, quindi abbiamo parlato della canicola, abbiamo parlato dell’elevazione eliaca di Sirio, abbiamo parlato del divenire sempre più caldo. Nel momento in cui le forze massime del sole volgevano appunto al culmine quello che noi conosciamo come la fine di luglio quindi il 21 luglio con l'entrata nella regione del leone, delle forze solari nel giorno del leone. Questo momento veniva chiamato il Sol Leone, e ancora oggi lo chiamiamo così anche magari più genericamente, dove il massimo del fuoco diveniva un fuoco fisso, quindi raggiungeva sostanzialmente il massimo dei suoi valori, diventava quasi distruttivo. Ricordatevi per esempio nell'antichità il mezzogiorno, e quindi anche nel senso delle massime forze del Sole fisico, è considerato demoniaco, è il momento in cui la fisicità raggiunge il suo massimo. Per esempio, durante la giornata vi era un unico momento in cui le porte delle chiese venivano chiuse che era al Mezzogiorno in punto, e questo era perché chi era già dentro doveva rimanere dentro; chi era ancora fuori doveva cercare un riparo altro. Questo era dovuto al fatto, che viene appunto nella Bibbia per esempio citato, che durante il mezzogiorno si manifestavano i cosiddetti demoni del Mezzogiorno. I demoni del Mezzogiorno erano spiriti arimanici che facevano sì che l'uomo esteriorizzate per eccesso la sua percezione fisico-sensibile. Quindi a mezzogiorno e poi nell'anno del Sol Leone questa qualità della fisicità esteriore raggiunge il suo massimo ed è una fisicità tale e un legame tale tra l’etere del calore e la realtà fisico-sensibile tale che è come se bruciasse in un certo senso i sensi dell'uomo; è come se fosse talmente fisica che soverchiasse anche l'interiorità dell'uomo. Questo è un po' appunto quell’ ebbrezza che vi descrivevo prima: che se prima nella canicola in qualche modo va a crescere ma è ancora una sua umidità, quando giungiamo nella regione del Sol Leone diventa veramente un fuoco che brucia, che carbonizza. Questo processo ha poi un momento in cui ha una compensazione, ha delle forze di superamento, che è quello che si ha intorno al 10 agosto, la notte di San Lorenzo. In quella notte arrivano dunque come aiuto per il superamento di queste forze del fuoco, di questo fuoco del Sol Leone, di questa calura della canicola, di questo etere del calore che si lega alla fisicità la discesa del ferro cosmico dalla costellazione di Perseo, le così dette Perseidi. quelle che noi chiamiamo le stelle cadenti di San Lorenzo. Steiner ne parla appunto nelle quattro immaginazioni cosmiche e racconta di come questo ferro sidereo sia la fonte di quella spada micheliana che una volta formatasi permette di porre nella giusta sfera quella che è la tentazione arimanica, risalendo dalla sfera del fisico-sensibile che è stata talmente potente a questo punto che rischia di convincere anche il cuore dell'uomo che esista solamente la realtà fisico-sensibile, e quindi che l'autocoscienza dell'uomo sia destinata in qualche modo a perdersi in queste distanze cosmiche dove va dissolvendosi in un sonno, in un sogno cosmico. Giorgio Tarditi Spagnoli in Prima parte della conferenza "Le forze di Michael e la Meditazione Immaginativa " https://youtu.be/g2sABIWX7q8 del percorso "Vivente Antroposofia" https://www.pleroma.uno/product-page/vivente-antroposofia-1 Mantra di Michael di Rudolf Steiner Pensare: O potenze spirituali dal Sole scaturite che illuminate e glorificate i mondi: il pensare divino vi ha destinato a formar di Michael la luminosa veste. Lui, del Cristo il messaggero in voi rivela il sacro cosmico volere che gli uomini guida. Voi, luminosi esseri dei mondi eterici, portate agli uomini la parola del Cristo. Così si presenta l’araldo del Cristo nelle anime assetate in attesa. Che la vostra parola di luce le possa illuminare, nell’epoca cosmica dell’Uomo-Spirito. Voi, i discepoli della conoscenza spirituale, accogliete il saggio accennare di Michael, accogliete la parola d’amore del cosmico volere nelle mete supreme dell’anima vostra. Sentire: Dobbiamo sradicare dall'anima tutta la paura e il timore di ciò che il futuro può portare all'uomo. Dobbiamo acquisire serenità in tutti i sentimenti e le sensazioni rispetto al futuro. Dobbiamo guardare in avanti con assoluta equanimità verso tutto ciò che può venire, e dobbiamo pensare che tutto quello che verrà ci sarà dato da una direzione del mondo piena di sapienza. E' questo che dobbiamo imparare in questa era: a saper vivere in assoluta fiducia, senza alcuna sicurezza nell’esistenza; a saper vivere nella fiducia nell’aiuto sempre presente del mondo spirituale. In verità nulla avrà valore altrimenti. Discipliniamo la nostra volontà e cerchiamo il risveglio interiore tutte le mattine e le sere. Oh Michele, io mi raccomando alla tua guida con tutta la forza del cuore, così che questo giorno possa diventare l'immagine della tua volontà di porre ordine nel destino. Volere: Michael! Prestami la tua spada Affinché io sia armato Per vincere il drago in me. Riempimi della tua forza Affinché io sgomini Gli spiriti che vogliono paralizzarmi. Agisci dentro di me Perché splenda la luce del mio Io Così ch'io possa compiere Gesta degne di te, Michael! Io Spirito Santo dei nostri tempi, Michael! Noi ti invochiamo nell’ora in cui il fato si presenta a loro i tuoi figli, membri del Tuo Essere. Proteggi, benedici le loro fatiche, rafforza i loro cuori con coraggio, possano esser compiute le gesta che il Karma del Mondo necessita. Lascia che la Verità ne sia la protettrice, trasforma il coraggio del servizio in umiltà, e il coraggio sia fortezza, a vincere lo Spirito di Menzogna, possa il Cristo sorgere in loro!
- La Chiamata di Christian Rosenkreutz
Christian Rosenkreutz sceglie coloro che vuole avere come discepoli, in modo impressionante. Coloro che vengono scelti devono porre attenzione a un certo tipo di eventi o una serie di eventi di questo tipo nella propria vita: Christian Rosenkreutz sceglie le persone così che, per esempio, una persona arriva a un punto di svolta decisivo, una crisi karmica nella sua vita. Assumiamo per esempio ho una persona sta per commettere un'azione che lo condurrebbe alla morte. Questi fatti possono essere molto diversi uno dall'altro. L'uomo in questione cammina su un sentiero che, senza accorgersene, lo conduce in grande pericolo. Lo conduce sull'orlo del baratro, magari. Dunque quell'uomo, ora solo a uno o due passi dal precipizio, sente una voce "Fermati!" Così egli sente di doversi fermare senza sapere il perché. Devo dire che, ovviamente, questo è solo il segno esteriore per essere esteriormente qualificato ad una chiamata dello spirito. Per essere interiormente qualificato, la persona scelta deve avere già l'interesse per qualcosa di spirituale, la teosofia o qualche altra forma di scienza dello spirito. [...] molti di voi qui possono esaminare il passato corso delle vostre vite trovando che simili eventi vi sono accaduti. Oggi diamo troppa poca attenzione a questi fatti. Dovremmo invece realizzare quanto i fatti importanti passino a noi inosservati. Questa è l'indicazione del modo in cui vengono chiamati i discepoli più avanzati del rosicrucianesimo. – Rudolf Steiner in OO130, "Cristianesimo Rosicruciano", 28 settembre 1911
- Rudolf Steiner – La fiducia antidoto alla paura
Qualsiasi cosa accada, qualunque cosa, a me sconosciuta, mi possa accadere la prossima ora o domani, certamente non la potrò modificare con la paura e l’ansia. L’affronto dunque con perfetta pace interiore, con il mare del sentire perfettamente calmo. Paura ed angoscia paralizzano la nostra evoluzione; respingiamo allora le ondate di paura e di ansia per quanto nella nostra anima ci viene incontro dal futuro. La devozione nei confronti di ciò che viene chiamato la Sapienza divina presente negli eventi, la certezza che qualsiasi cosa accadrà perché doveva accadere, e che – qualsiasi ne sia la direzione – avrà comunque i suoi effetti positivi; traducendo questo atteggiamento animico in parole, sentimenti, idee, realizziamo lo stato d’animo della preghiera devota. Ciò appartiene a quello che dobbiamo imparare in questo tempo: dobbiamo imparare a vivere con pura fiducia, senza alcuna sicurezza nell’esistenza, con la fiducia nell’aiuto sempre presente del mondo spirituale. In verità oggi non può essere altrimenti, se il coraggio non deve inabissarsi. Discipliniamo adeguatamente la nostra volontà e cerchiamo il risveglio interiore ogni mattina e ogni sera: Mattina: Oh Michele, Mi raccomando alla tua protezione Con tutte le forze del mio cuore, Pongo me stesso sotto la tua egida, Così che l’albeggiare di questo giorno Possa essere un’immagine del giusto Destino in atto che appartiene al tuo essere. Sera: Porto il mio dolore nel Sole al tramonto, Pongo tutte le mie preoccupazioni nel suo radiante grembo: Purificate dalla Luce, Trasformate attraverso l’Amore, Ritornano come pensieri rinvigorenti, Come forza per atti di gioioso sacrificio. – Rudolf Steiner, 17 febbraio 1910
- Motto Rosicruciano
Imparate il silenzio e il potere sarà vostro. Rinunciate al potere e la volontà sarà vostra. Rinunciate alla volontà e il sentimento sarà vostro. Rinunciate al sentimento e la conoscenza sarà vostra. Queste quattro sentenze sono sostanzialmente il sunto della vita occulta per coloro che coltivano un esoterismo Rosicruciano. Sono immaginate come una sorta di anello in cui addirittura esiste un ultimo verso, “Le pietre sono mute”, che riporta al silenzio della prima sentenza ed essenzialmente indica qual è lo stato interiore che si deve adottare per poter coltivare l’esoterismo Rosicruciano. Per sviluppare una vita interiore bisogna rinunciare, sacrificare un elemento per ottenerne un altro più elevato. Il rinunciare alla parola ha una relazione con la potenza, ma rinunciare alla potenza è in relazione alla volontà. Quando Steiner parla di potenza intende una volontà tradotta in azione, cioè qualche cosa che si esercita esteriormente rispetto al mondo e alle altre persone. Dal punto di vista occulto, chi ha il massimo potere nel mondo esteriore ha la massima paralisi del volere interiore. Il Cristo nel Mistero del Golgotha si rende impotente superando la morte. Quando si rinuncia al potere si ottiene una volontà che viene interiorizzata. Tanto quanto si vuole, altrettanto muore la vita interiore, così che ogni cosa che si desidera è al tempo stesso un ostacolo per la vita interiore e l’evoluzione spirituale. La volontà dell’ego uccide la vita. Nella vita occulta si progredisce limitando il volere alle cose strettamente più necessarie. Quando si rinuncia a questa volontà si sviluppa un sentimento, si diventa più sensibili, più empatici. La vita interiore, con i sentimenti e le sensazioni, uccide il pensare. Chi vuole pensare in modo oggettivo deve chiudere fuori la vita interiore nel modo giusto. Quando si rinuncia anche al sentimento viene sviluppata la conoscenza. La conoscenza, quindi, deriva dal fatto che noi ci asteniamo dall’ essere coinvolti direttamente, positivamente o negativamente, dagli avvenimenti del mondo. Se, per esempio, si ha davanti a una persona e si pensa “questa persona mi piace tantissimo” o “non mi piace affatto” in sostanza si sta creando una sorta di velo di illusione, si oscurano quelli che sono gli aspetti negativi e viceversa. L'avvicinarsi col sentimento, con un sentimento eccessivo di piacere o dispiacere, agli eventi e agli altri spiriti incarnati che noi incontriamo non ci permette di conoscere, perché la conoscenza richiede equanimità, oggettività e assenza di giudizio. Quando si giudica ci si pregiudica la possibilità di conoscere la situazione attuale, ovvero capire qual è lo stato del presente, e di comprendere, nel senso di riuscire a risalire alle cause della condizione che ha portato dal passato al presente avendo, eventualmente, anche percezioni che anticipano il futuro. Quando si è innanzi a un evento bisogna sempre porsi nell'assenza di giudizio o nella sospensione di esso. In tal modo prima comparirà l’elemento conoscitivo (conoscenza) e successivamente, una volta interiorizzato, si giungerà a quello invece di comprensione più profonda, che essenzialmente riporterà al silenzi perché, quando si comprende tutto, in un certo senso si comprendono tutti gli opposti, che si neutralizzano uno con l'altro e quello che rimane è il silenzio. Per questo, nelle “Nozze Chimiche” viene ribadita in un altro modo la massima socratica che afferma che “la somma Sapienza è non sapere” e, quindi, saggio è colui che sa di non sapere, ovvero che rimane in silenzio dinanzi agli eventi per far sì che questi possano venire interiorizzati nel suo spazio interiore, nella sua anima. Questo è molto importante perché pone in una certa relazione quello che si può dire, soprattutto in ambito occulto, e quello sul quale è bene tacere. Per esempio nell'ambito esoterico si possono condividere i frutti del lavoro interiore ma, se durante un lavoro esoterico, continuamente ci si apre e si parla di esso si inseriscono degli elementi estranei nel processo e, in qualche modo, lo si uccide nella culla perché si perdono forze nel momento in cui si parla di qualche cosa che è in formazione. Tale processo è analogo a quello che si osserverebbe nel caso in cui venisse preparata la pasta per fare il pane e, una volta messo il pane in forno, si continuasse ad aprire lo sportello del forno per verificarne di continuo la cottura. Nel lavoro esoterico dobbiamo tenere il forno chiuso. Questo forno, se volete avere un'immagine diretta, è il forno alchemico, l’Athanor, dove risiede il fuoco che mai si estingue, che viene alimentato costantemente e dove vengono operate le trasmutazioni alchemiche. Il silenzio non solo è esteriore ma è soprattutto un silenzio interiore ed è ad esso che mirano essenzialmente i sei esercizi: osservazione del pensare, osservazione dell'azione, osservazione del sentimento, assenza di pregiudizi, equanimità e l'armonia. I sei Esercizi Fondamentali: https://www.giorgiotarditispagnoli.com/post/i-6-esercizi-fondamentali-di-rudolf-steiner Quindi i sei esercizi servono per raggiungere questo stato di equilibrio, di neutralizzazione delle forze polarizzate opposte. Quando c'è un elemento estremo, che sia del pensare, del sentire o del volere in qualche modo stride con gli altri; quando, invece, queste tre forze dell'anima (nell'equanimità abbiamo il pensare e il sentire e nell'assenza di giudizio abbiamo il pensare e il volere) sono tutte in equilibrio tra loro non c’è più nessun elemento che “stride” e si giunge, così, a questa qualità di silenzio interiore che si è in grado di rievocare. In un lavoro esoterico, che affonda le sue radici nei sei esercizi, quello che accade è che, sostanzialmente, bisogna sacrificare l’elemento soggettivo perché quando si inserisce suddetto elemento, essendo esso per definizione non vagliato dall’ individualità, tende di più o al “pensare” o al “sentire” o al “volere”. Quindi, quando ciò che viene condiviso non è mediato dall’individualità, non si è in presenza di un lavoro esoterico; si possono avere riscontri terapeutici o catartici ma, di certo, non esoterici. L’oggettività può essere raggiunta soltanto sacrificando gli elementi personali soggettivi. Pertanto, quando ci si riunisce nel Tempio per un lavoro esoterico bisogna tenere in considerazione che, indipendentemente dalle soggettività implicate, si è lì per servire il mondo spirituale. Questo è l’oggetto; questo è l’aspetto oggettivo che si può condividere. Se si inserisce, invece, un elemento soggettivo automaticamente il lavoro tende all'exoterico. Nel momento in cui prevale una forte tendenza soggettiva accade che entrano il doppio luciferico e il doppio arimanico. Commento da pag. 143 a pagina 149 - O.O. 265 - "Dai contenuti della sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica dal 1904 al 1914" Disponibile qui: https://www.pleroma.uno/product-page/o-o-265-contenuti-della-sezione-cultico-conoscitiva-della-scuola-esoterica Parte del percorso "Culto Cognitivo" disponibile su Pleroma.uno
- Gruppo di Studio: OO130 Il Cristianesimo Esoterico e la Guida Spirituale dell’Umanità
GRUPPO DI STUDIO IN PRESENZA OO130 Il Cristianesimo Esoterico e la Guida Spirituale dell’Umanità Tutti gli incontri si terranno dalle ore 18:00 alle 20:00. Le date degli incontri potranno occasionalmente cambiare nel corso dell’anno. Gli incontri si terranno presso la sede de: I Bricchetti – Associazione per la Pedagogia Steineriana Corso Torino 19/1, Scala B – Genova Per info: +393284716766 info@ibricchetti.it www.ibricchetti.it Il commento alle conferenze segue l’indice del volume. L’impulso del Cristo nel divenire storico Ottobre: martedì 3 Ottobre: giovedì 12 L’eterizzazione del Sangue. Intervento del Cristo Eterico nell’Evoluzione della Terra Novembre: giovedì 9 L’impulso del Cristo come Vita reale Dicembre: giovedì 7 Gennaio: giovedì 11 Io cosmico e Io umano. Entità sovrasensibili microcosmiche. La Natura del Cristo Febbraio: giovedì 8 L’Aurora dell’Occultismo Moderno Marzo: giovedì 7 Aprile: giovedì 11 Stato d’Animo fondamentale verso il Karma umano. Maggio: giovedì 9 Aspetti profondi del Karma Giugno: giovedì 6 L’Impulso divino che attraversò la Morte Luglio: giovedì 4 Nel corso del percorso di studio verranno commentati anche le note finali: L’Inaugurazione della sede dedicata a Christian Rosenkreutz L’importanza dell’anno 1250 I sette Principi del Macrocosmo e il loro Rapporto con l’Essere Umano Il Cielo stellato sopra di me – La legge morale in me
- Ahriman: Signore della Materia
Ahriman è un arcangelo caduto nell’Antico Sole. La sua attività è opposta a quella di Lucifero, decaduto nell’Antica Luna. In contrasto con il creare di illusioni di Lucifero, Ahriman desidera abbattere l'umano negandone lo spirito individuale. Ahriman prende dal Padre il principio della Potenza-Volere e lo volge alla sola sfera materiale. Lucifero prende dallo Spirito Santo il principio della Saggezza-Pensare e lo volge alla sola sfera spirituale. Ahriman è l'ispiratore del materialismo. Il suo scopo è quello di legare l'uomo alla terra, alla materia, come l'unica cosa che secondo la sua visione; esisterebbe. Si traduce nella fiducia che la scienza abbia bisogno solo di più tempo per creare una sorta di Paradiso artificiale sulla Terra: libero da malattie e disagi. Nella vita terrena, il potere di Ahriman porta a confondere l'esistenza sensoriale-fisica con il suo unico scopo, oscurando così ogni visione di un mondo spirituale. Nel mondo spirituale questo potere porta l'uomo al completo isolamento, a dirigere ogni interesse verso se stesso. Le persone che sono in balia del potere di Ahriman al momento della morte rinascono poi come egoisti. All'interno dello Zoroastrismo, Ahriman o Angra Mainyu è il dio delle tenebre e del male e dell'odio. Egli è la nemesi di Ahura Mazdao. Ahriman ha mandato la morte e la malattia al popolo per farli sprofondare nella miseria e rovinare così il paradiso terrestre che Ahura Mazdao aveva creato. – Rudolf Steiner - GA 168 - Die Verbindung zwischen Lebenden und Toten - Berna, 9 novembre 1916 (pagina 190-191)
- Gli Ostacolatori nell'Era Post-Atlantica: l'evoluzione della spiritualità
Si conclude qui la serie di tre conferenze in video "Gli Ostacolatori" che veranno pubblicate nel corso delle 7 Notti di Sogno di Mezza Estate al fine di poter dare un aiuto alla comprensione delle forze dell'Ostacolo che vorrebbero irretire i sensi in questo periodo dell'anno. Epoca Paleo-Indiana I 7 Santi Rishi impartirono dunque una dottrina esoterica la quale era volta ad unire l’uomo al fondamento divino-spirituale della Natura: “yoga” significa “unione”, ovvero religione che riconduce l’essere umano al fondamento della creazione, oltre la Maya della tenebra della materia. Ogni asana permetteva di unire il corpo eterico dell’uomo all’eterico dei membri dei Regni della Natura, minerali, vegetali e animali, così che gli antichi indiani potevano percepire ancora una volta l’eco della Parola-Spirito del Verbo nell’eterico della Terra che chiamavano Vishva Karman, “Il Creatore di Tutto”. Epoca Paleo-Persiana La guarigione nell’epoca Paleo-Persiana è strettamente connessa al fatto che sorse nell’uomo la percezione duale del mondo. Se da un lato lo yoga aveva connesso l’uomo al principio spirituale oltre la materia, dall’altro vi era una crescente diffidenza per la terra. L’uomo dunque percepiva il cielo, con la sua circolarità, quale rappresentante del mondo della luce e dunque dello spirito buono; mentre la terra, con la sua squadratura, il rappresentante del mondo della tenebra e dunque dello spirito malvagio. Questa contrapposizione divenne dottrina in Zarathustra il quale rivelò dell’esistenza di Ahura Mazdao o Ormazd e Angra Manyu o Ahriman. Zarathustra dunque porta il messaggio del Cristo quale spirito della luce, gemello di Ahriman lo spirito della tenebra. Se da un lato questa dottrina rimandava ad un apparente dualismo, dall’altro presuppone l’esistenza di un terzo principio da cui sia Ormazd che Ahriman derivavano per polarizzazione: Zeruana Akarana, l’Eternità. Epoca Egizio-Caldaica In questa terza epoca, l’essere umano era passato sotto la guida degli Angeli. L’uomo per la prima volta poteva guardare non tanto dentro se stesso, quanto piuttosto al cielo stellato e sentire una profonda risonanza tra la legge morale e la legge cosmica. L’anima veniva percepita come immagine del cielo stellato, così come esisteva una legge entro la volta celeste, così esisteva entro l’anima umana. Dunque lo stato di malattia veniva percepito come lo stato di contravvenzione delle leggi cosmiche. All’epoca i Misteri erano celebrati da una casta sacerdotale e da una regale, ovvero i sacerdoti del culto degli dei e del faraone, il quale era invariabilmente iniziato nei Misteri. Il faraone era il portatore dell’Io per tutto il suo popolo, per primo sperimentava una condizione individuale e al contempo faceva da perno al fluire dell’anima di gruppo del popolo a cui apparteneva. Epoca Greco-Romana L’epoca in cui si evolse l’anima razionale fu scossa da profondi contrasti, un mondo antico influenzato dall’Oriente che andava morendo ed un mondo radicalmente nuovo che andava nascendo in Occidente, con tutta molteplicità dei suoi nuovi contrasti. Nell’epoca greca la guarigione era rappresentata dalla possibilità di mediare tra coppie di opposti: alto e basso, destra e sinistra, dentro e fuori, spirito e materia. L’intreccio di tutti queste coppie di opposti era il Caduceo di Mercurio, che portava a unione intorno alla connessione tra il divino, che stava eclissandosi alla percezione chiaroveggente atavica, e l’Io individuale, che stava invece albeggiando nel pensiero razionale. Mercurio era dunque il dio della guarigione che manteneva la sua continuità con l’Hermes egizio: questa guarigione non poteva che essere al contempo spirituale e fisica, rappresentata dai due serpenti intrecciati. Il globo alato in cima alla staffa rappresentava l’Io che discendeva nell’uomo a metà tra la metamorfosi della Terra, tra Marte e il successivo Mercurio. Epoca Europea Arriviamo dunque alla nostra attuale epoca, quella dell’anima cosciente. Qui si giunge alla massima separazione tra l’antica arte medica e l’attuale scienza medica. La scienza medica non vedendo più l’uomo come fenomeno unitario e insieme molteplice, si è scissa per riflesso in una moltitudine di discipline specializzate incapaci di comunicare le une con le altre. D’altro canto una rinnovata arte medica permette di mantenere il filo conduttore che collega gli Antichi Misteri in forma rinnovata nell’oggi, nei Nuovi Misteri rinnovati dal Cristo. La malattia oggi è una questione di coscienza. L’uomo vive nella profonda divisione delle forze coscienti che rischiano di divenire preda dell’intellettualismo o del materialismo, in entrambi i casi perdendo il vivo contatto con la scaturigine spirituale. L’uomo è dunque ad un crocevia: tralasciare la sua autocoscienza e immergersi nella materia e speculazioni teoriche, oppure potenziare la luce della sua coscienza affinché possa divenire il veicolo dell’illuminazione delle tenebre del materialismo.